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Coronavirus a Messina, De Luca: "La Sicilia va blindata"

"Stiamo proponendo un emendamento alla finanziaria siciliana, abbiamo la necessità di blindarci perché la pandemia sta andando a crescere. Ce lo dicono i dati. Come ci si blinda? Con la banca dati nella quale registrarsi 24 ore prima dall'arrivo nell'Isola". Così il sindaco Cateno De Luca ha aperto la consueta diretta dal COC di Messina dedicata all'emergenza Coronavirus. 

De Luca torna a invitare il governatore Musumeci a prendere come modello l'amministrazione comunale di Messina: "Noi, a differenza sua, abbiamo i dati sul traffico nello Stretto. Abbiamo costretto Trenitalia a fermarsi a Villa San Giovanni. Io non voglio prendere il suo posto, caro Musumeci, ma faccia il presidente".

"Prima di riaprire, blindiamoci e proteggiamoci. Noi qui siamo pronti. Dobbiamo passare dai post sui social alla buona amministrazione. A Messina abbiamo messo 39,3 milioni a sistema e ancora aspettiamo i 100 milioni dalla Regione per il sostegno alimentare ai siciliani. Un terzo dei comuni ha ricevuto solo un terzo di quanto promesso. Vergogna! Non si amministra così, questo è teatrino politico. Si prenda esempio dalla Messina Family Card".

Il primo cittadino messinese punta l'accento anche sulla gestione dei flussi migratori: "Bisogna predisporre due o tre navi attrezzate di pronto soccorso così da soccorrere i migranti in difficoltà per poi redistribuirli in Europa. La politica regionale ha costretto i nostri giovani ad andarsene via da questa terra".

Quindi i numeri sulla Messina Family Card: "Pensate, abbiamo ricevuto 10692 domande tra pratiche accettate e rifiutate. Parliamo di quasi il 10% delle famiglie messinesi. Stiamo procedendo allo 'spacchettamento' delle oltre duemila domande irregolari. Ricordiamo che domani si chiude la possibilità di avanzare domande per la Card".

A breve l'inizio della seconda fase che riguarderà sia i provvedimenti sulle bollette di luce e gas che i sussidi per gli affitti: "La nostra road map è chiara, molto presto daremo una grossa mano anche su questo versante".

In chiusura di diretta, De Luca ha fatto chiarezza sulla polemica nata in seguito al servizio andato in onda nel corso della trasmissione "Storie Italiane" su Rai 1: "La giornalista ha affermato che c'erano 200 partecipanti al corteo funebre di Sparacio e che non si sapeva chi l'avesse autorizzato. Ed ecco che parte la querela. È inutile che adesso arrivino proposte di trattativa, perché il fango che è stato gettato sulla città non posso tollerarlo. Potete fare la caccia all'uomo su di me, ma non potete infangare Messina".

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