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Coronavirus in Sicilia, Razza: "Presto i tamponi rapidi, ci aspettiamo nuovi contagi"

In Sicilia fino ad oggi sono stati effettuati 170.800 test sierologici. A fornire il dato è stato l'assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, in conferenza stampa a Palermo. I tamponi effettuati sono invece 402.836. "Ci aspettiamo una crescita dei contagi e quindi una maggiore necessità di di cure. Senza un vaccino, sarà fondamentale mantenere le buone prassi nei prossimi sei mesi". Lo ha detto l’assessore regionale alla Sanità in Sicilia Ruggero Razza.

Tamponi rapidi per la Sicilia: la metà disponibile già giovedì, il resto la prossima settimana. Sistemati nei depositi della Protezione civile a Palermo e a Dittaino, saranno distribuiti alle aziende sanitarie. "Siamo tra i primi ad avere questa tipologia di tamponi", ha detto l’assessore. "

Un genitore non può aspettare 24 ore per avere una risposta su un tampone fatto al figlio". Il test col tampone rapido permette, ha spiegato, di fare emergere "in pochi minuti i casi positivi e valutare le azioni territoriali di screening".

"Oggi gli ospedalizzati Covid sono meno rispetto a quando il Paese era in lockdown. I numeri sono diversi e, a fronte dei 1800 positivi ospedalizzati, abbiamo complessivamente 136 ricoverati in degenza ordinaria e 16 in terapia intensiva".  "Ora - ha aggiunto - si assiste a un impatto molto più basso di ospedalizzazione: vuol dire che è cresciuta la capacità del territorio di evidenziare i caso positivi, anche se asintomatici".

"Non abbiamo ragione di temere che la rete Covid della nostra regione non sia in condizione di reggere all’epidemia". "Non possiamo permetterci - ha aggiunto Razza - di non curare chi non è malato di Covid. Per questo abbiamo ritenuto di allargare la rete Covid su tutta la regione e non penalizzare intere strutture ospedaliere. Lo abbiamo fatto perchè c'è la necessità di continuare a curare, ad esempio, i malati oncologici e pazienti affetti da malattie cardiovascolari, e non possiamo permetterci un nuovo stop alle attività ambulatoriali". La scelta di allargare, quindi, utilizzando la rete della Regione e non stoppare l’attività ospedaliera, è "una scelta coerente perchè le persone positive sono meno di duemila, mentre sono molte di più le persone con altre patologie e che non possono permettersi di vedersi snobbate dal sistema sanitario della regione".

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