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Messina, l'università trasforma respiratore da snorkeling in maschera per terapia subintensiva

È destinata a diventare una bella storia di "italico ingegno" ai tempi del Coronavirus. Ed è stato proprio il magnifico rettore dell' Università di Messina, Salvatore Cuzzocrea, a spiegare tramite un videomessaggio l'ultima iniziativa messa in campo dall'ateneo peloritano: la trasformazione di una maschera da snorkeling, commercializzata da una nota azienda di articoli sportivi, in una maschera C-PAP ospedaliera per terapia subintensiva che sarà testata oggi stesso dall’AOU 'G. Martino'.

"Da quando è uscita la notizia di Cristian Fracassi - ha detto il magnifico - che aveva trasformato con una valvola diversa la maschera, ci siamo subito attivati con i colleghi del dipartimento di ingegneria, che ringrazio in maniera particolare: l'ingegnere e docente Filippo Cucinotta, il professore Giacomo Risitano e il nostro grande dottorando Fabio Salmeri, che coordinati da Ida Milone hanno subito contattato Cristian Fracassi, che ci ha dato i disegni e oggi è stata già sviluppata la prima valvola, anzi il primo prototipo, che verrà provato su una maschera che ci è stata donata da un nostro collaboratore per comprendere con i colleghi del Policlinico se e come funziona questo sistema già utilizzato in altri ospedali al nord".

E sempre il magnifico che ha annunciato di essere il contatto con il professore Marco Ranieri: "Abbiamo sentito il collega della rianimazione del Sant' Orsola di Bologna perché sempre con gli stessi colleghi ingegneri stiamo mettendo in campo tutte le nostre risorse e le nostre eccellenze per provare a realizzare un venitilatore doppio, proprio come stanno facendo a Bologna".

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