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Beni per 10 mln
confiscati a Gela

Dia

Il provvedimento, emesso dalla corte d'appello di Caltanissetta, riguarda l'azienda edile "Sultano Lavori srl", con sede a Gela ma con stabilimento a Enna in contrada Pandusa-Capodarso; una quota societaria del 20% dell'impresa metalmeccanica "La Nuova Montaggi srl" di Sannazzaro dé Burgondi (Pavia); due imprese individuali intestate entrambe a Marcello Sultano, con sede a Gela in via Riemann e in via Risorgimento; quattro conto correnti bancari e depositi postali. Le indagini della Dia di Caltanissetta hanno permesso di accertare che le attività di Sultano erano da considerare "gestite con metodo mafioso", acquisivano "indebitamente posizioni di monopolio nel mercato o alteravano regole di concorrenza". Ingiustificato, inoltre, l'alto tenore di vita della sua famiglia rispetto al reddito dichiarato. Quattro collaboratori di giustizia escludono che fosse sottoposto a estorsione indicandolo piuttosto come colluso con le cosche mafiose. L'impresa Sultano sarebbe risultata "gradita" alle cosche, tant'é che per più di un decennio, nel Nisseno e nell'Ennese, avrebbe beneficiato dei lavori di pavimentazione stradale, fornitrice unica di asfalti e bitumi, sull'autostrada A19 Palermo-Catania e in varie arterie nazionali e provinciali. Nell'ottobre 2002 Sultano fu arrestato nelle campagne di Serradifalco (Caltanissetta) nel covo dei latitanti Maurizio Angelo Moscato e Salvatore Burgio (detto Pinocchio).

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