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Dal peschereccio
affiorano 45 morti
Fermati due scafisti

Le salme sono state portate in una sala frigorifera di Pozzallo, messa a disposizione dalla Protezione civile della Provincia di Ragusa. I due medici legali incaricati dalla Procura hanno avviato i rilievi autoptici esterni, e poi eseguiranno le autopsie. Le vittime erano in un peschereccio dove sono state fatte salire 600 persone, più del doppio di quelle che poteva contenere. I migranti sono stati trovati nella sala ghiacciaia, dove sono morti, si ipotizza, per schiacciamento e asfissia. Erano quasi tutti a torso nudo, alcuni con costumi molto colorati, sfiniti dal caldo torrido e con il viso rivolto a quell'unica uscita, quella piccola botola dalla quale si vedeva a stento il mare azzurro che li separava dalla speranza di una nuova vita. Sono morti così i 45 profughi sul pescherecccio rimorchiato a Pozzallo (Ragusa) ieri pomeriggio. "Molti di loro -raccontano i soccorritori- avevano gli occhi chiusi, quasi dormivano con volto sereno". Probabilmente, infatti, in quel piccolissimo vano della ghiacciaia per il pesce, hanno respirato sempre la stessa aria che, senza ricambio con l’esterno, si è saturata del monossido di carbonio provieniente dall’attiguo vano motori. "Ho ancora la morte nel cuore - commenta il sindaco, Luigi Ammatuna -. E' come se mi avessero dato un pugno allo stomaco". Per l’imam di Pozzallo "è un colpo al cuore degli esseri umani, una tragedia per tutti al di là di religioni e appartenenze". Sabato sera Pozzallo scenderà in strada con una fiaccolata per ricordare i 45 migranti morti. Intanto, la polizia ha fermato due scafisti, un senegalese e un cittadino del Gambia: devono rispondere di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. (AGI)

 

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