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Bimbo ucciso, Loris
non si vede in filmati

Non c'è traccia di Loris, nelle immagini delle telecamere di Santa Croce Camerina che la mattina di sabato scorso hanno ripreso l'auto con cui la mamma lo stava portando a scuola. A quattro giorni dal ritrovamento del piccolo in quel maledetto fosso alle porte del paese, l'inchiesta apre nuovi scenari che potrebbero far crollare le poche certezze finora raccolte in questa orrenda storia.
Che Loris non ci sia, in quelle registrazioni, non vuol dire che non era in quella macchina. Almeno per ora. Ci sono infatti altri video ancora da visionare e soprattutto le immagini non sono così nitide da poter dare certezze assolute. Ma è evidente che, se anche dall'analisi delle altre telecamere non si trovasse un'immagine in cui il bimbo è stato ripreso, qualche domanda bisognerà porsela. E gli investigatori, in realtà, se la stanno già ponendo visto che la mamma di Loris è stata sentita nuovamente come persona informata sui fatti proprio per chiarire alcuni aspetti relativi a quella mattina e al suo racconto.
E qualche domanda se la stanno facendo, polizia e carabinieri, anche sul ritrovamento di un paio di slip da bambino a due passi dall'ingresso della scuola del piccolo Loris. "Per caratteristiche e natura potrebbero essere quelli" del bambino, che quando è stato trovato non li indossava, "ma dovremmo aspettare gli esami del dna per avere la certezza" ha detto ai giornalisti il dirigente della polizia scientifica della Sicilia Orientale Giuseppina Neri. Ma - a quanto si è appreso - la mamma del piccolo, quando gli investigatori glieli hanno fatte vedere, non li ha riconosciuti. In ogni caso, questa degli slip è una vicenda inquietante sotto qualsiasi punto di vista: perché se quelle mutandine erano lì dal giorno della scomparsa, è gravissimo che siano state trovate solo ora grazie ad una donna che ne ha segnalato la presenza. Ma è altrettanto grave, ed è questa l'ipotesi prevalente, che quegli slip siano stati messi lì da qualcuno. Un mitomane? O peggio una persona che, con quel gesto macabro, ha voluto mandare un segnale specifico, una sorta di messaggio? Domande e ancora domande che gli inquirenti stanno cercando di chiarire continuando a scandagliare i rapporti all'interno della cerchia familiare del piccolo Loris. Perché è lì, ragionano gli investigatori, che vanno cercate le risposte ad un delitto brutale. Si ritorna dunque ai pochi punti fermi dell'indagine e da lì si cercano i riscontri. L'iscrizione nel registro degli indagati del cacciatore Orazio Fidone per sequestro e omicidio è un atto dovuto che va in questo senso: gli inquirenti devono infatti eseguire una serie di esami irripetibili sui suoi vestiti e sulle due auto che gli sono state sequestrate per verificare che non vi siano tracce del piccolo. Certo è che la versione di Fidone non convince del tutto: perché a guardare dentro quel fosso a Mulino Vecchio non ci arrivi per caso. Perché non è il primo posto che ti viene in mente se pensi di dover cercare un bambino di 8 anni che, per tutti, è vivo e vegeto e potrebbe soltanto essersi allontanato. Ecco perché inquirenti ed investigatori vogliono andare fino in fondo con il cacciatore, mettendolo alle strette anche su eventuali rapporti con la famiglia di Loris. Da verificare è anche il racconto di tre ragazzi che oggi si sono presentati dai carabinieri per sostenere che, attorno alle 3 di sabato pomeriggio, hanno visto un auto nei pressi del fosso. E non era la Suzuki di Fidone. Chi c'era allora in quella macchina? Elementi certi sono invece arrivati dall'autopsia. Certi e orrendi: Loris è stato ammazzato tra le 10 e le 10.30 di sabato mattina, due ore dopo esser uscito di casa con la mamma per andare a scuola. E chi l'ha ucciso l'ha strangolato a mani nude, forse addirittura con una sola mano, e l'ha gettato in quel fosso quando molto probabilmente era moribondo: le ecchimosi sul volto sono lì a dimostrare che il sangue era ancora caldo quando è stato buttato laggiù. Una morte atroce per un innocente di 8 anni. (ANSA)

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