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Ventidue arresti
a Bagheria

Ventidue arrestia Bagheria

Crolla il muro dell'omertà sul pizzo a Bagheria e finiscono in manette 22 persone che da anni colpivano ogni attività commerciale della zona. I carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito 22 provvedimenti cautelari nei confronti di capi e gregari del mandamento mafioso di Bagheria, accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, sequestro di persona e danneggiamento a seguito di incendio. Le indagini hanno evidenziato la soffocante pressione estorsiva esercitata dai boss che, dal 2003 al 2013, si sono succeduti ai vertici del clan. Cinquanta le estorsioni scoperte.

Grazie alla dettagliata ricostruzione fornita da 36 imprenditori che hanno trovato il coraggio, dopo decenni di silenzio, di ribellarsi al giogo del "pizzo" è stato possibile tracciare la mappa del racket.

Gli estortori colpivano a tappeto. Dall'edilizia a ogni attività economica locale che portasse guadagni: negozi di mobili e di abbigliamento, attività all'ingrosso di frutta e di pesce, bar, sale giochi, centri scommesse.

Le vittime finalmente si ribellano - "Trentasei imprenditori hanno ammesso di avere pagato il pizzo. Alcuni di loro sono stati sottoposti a vessazioni per anni. E' la breccia che ha aperto la strada per assestare un nuovo colpo a Cosa nostra, segno che i tempi sono cambiati e che imprenditori e commercianti finalmente si ribellano". Così il colonnello Salvatore Altavilla, comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Palermo, ha commentato l'ultimo blitz dell'Arma contro la cosca di Bagheria reso possibile dalle denunce delle vittime del racket. Dei 22 boss ed estorsori raggiunti dal provvedimento cautelare solo cinque erano liberi.

Questi i nomi degli arrestati nell'ambito dell'operazione "Reset" contro il racket delle estorsioni. Carmelo Bartolone, di 58 anni; Andrea Fortunato Carbone, di 50; Francesco Centineo di 31; Antonino Gioacchino Di Bella, di 60; Giacinto Di Salvo, detto "Gino", di 72; Nicolò Eucaliptus detto "Nicola", di 75; Giuseppe Pietro Flamia detto "il Porco", di 57; Vicenzo Gagliano; di 51; Silvestre Girgenti detto "Silvio", di 46. Umberto Guagliardo, di 26; Rosario La Mantia, di 51; Salvatore Lauricella, di 39; Pietro Liga, di 49; Francesco Lombardo, di 59; Gioacchino Mineo, detto "Gino", di 63; Onofrio Morreale, di 50; Giuseppe Scaduto, di 69; Giovanni Trapani, di 59; tutti già detenuti. Sono stati inoltre arrestati Giacinto Tutino, di 60 anni; Luigi Di salvo detto "U Sorrentino", di 51, e Francesco Mineo, di 61.

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