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Palazzo di giustizia chiuso, interviene il Quirinale

Tribunale di Modica

La vicenda del Tribunale di Modica finisce sul tavolo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il merito è dell’associazione “Confronto”, che, dopo aver preso atto dell’impossibilità di giungere alla riapertura del Palazzo di Giustizia, chiuso a seguito della legge di riforma che l’ha accorpato a Ragusa, preme perché la struttura, costata allo Stato fiori di milioni, non venga lasciata a marcire. La richiesta è semplice: riutilizzare l’immobile, anche attraverso il trasferimento di alcuni uffici giudiziari da Ragusa, visto che il Tribunale del capoluogo ibleo, per accorpare Modica, è stato costretto a ricorrere a strutture esterne al Palazzo di Giustizia. Locali che gli avvocati di Modica ed anche l’associazione ritengono inadeguati. Anzi, per usare le parole di “Confronto”, sarebbero «improvvisati e inidonei». La questione è stata posta a Mattarella, il quale, tramite segretario del Quirinale, ha richiesto ulteriori documenti. Nella lettera, si specifica che la questione è già stata girata al ministero della Giustizia per competenza. «Non possiamo non essere fiduciosi – ha spiegato il presidente di “Confronto” Giorgio Rizza –. Stiamo assemblando tutta la documentazione relativa all'azione fin qui svolta». Rizza, inoltre, spiega che l’associazione continuerà nella sua azione «perché non solo vogliamo che sia fatta chiarezza su tutta l'operazione accorpamento, sui costi sostenuti e sui locali utilizzati nonostante inidonei, ma anche perché intendiamo impedire che il Palazzo di Giustizia di Modica, moderno e funzionale, sia modificato con nuovi ulteriori costi, per essere destinato ad altre finalità».

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