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Bambini nati malformati, Eni sul banco degli imputati

Bambini nati malformati, Eni sul banco degli imputati

Si preannuncia rovente la battaglia legale sui danni causati dall’inquinamento industriale a Gela. Ieri mattina l’Eni è comparso sul “banco degli imputati”, nel Tribunale gelese, alla prima udienza del processo che vede l’azienda accusata «dell’inquinamento ambientale prodotto, in oltre 50 anni di attività, dal suo petrolchimico, con conseguenze pesanti sull’ecosistema e sulle persone»: così sostengono i pubblici ministeri che rappresentano l’accusa. A chiedere la condanna dell’Eni sono le famiglie di una trentina di bambini nati malformati, che ritengono l’ente petrolifero di Stato responsabile delle patologie genetiche dei loro figli.

Ne è convinta anche l’Amministrazione comunale di Gela che, a nome della città, si è costituita parte civile, chiedendo la creazione di un primo fondo risarcitorio di 80 milioni di euro.

Cinque periti nominati dal Tribunale di Gela hanno sancito il nesso di causalità esistente tra inquinamento industriale e malformazioni neonatali riscontrate sui bambini gelesi (spina bifida, palatoschisi, disfunzioni renali, ecc.), e hanno parlato di «disastro ambientale permanente» i cui effetti nocivi giungerebbero all’uomo attraverso la catena alimentare.

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