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Royalties negate, si dimette Iacono

Giovanni Iacono Ragusa

Ragusa - La “bomba” è scoppiata poco dopo mezzogiorno. Giovanni Iacono, esponente di Partecipiamo ed alleato del Movimento 5 Stelle, lascia la presidenza del consiglio comunale. E lo fa in segno di protesta contro l’emendamento-Dipasquale, che assegna il 30% delle royalties agli altri comuni del territorio ibleo con obiettivi precisi: il recupero dei centri storici, i servizi per anziani e disabili e la riduzione delle tasse.

Iacono ha puntato l’indice contro quella parte dell’opposizione che è d’accordo con l’emendamento presentato all’Ars dall’ex sindaco Nello Dipasquale: «Come posso – ha affermato – continuare a rappresentare l’istituzione quando alla Regione, a cominciare dall’emendamento Dipasquale, ma ricordando anche la mancata risposta dell’assessore alla Saluta alla nostra richiesta formale di interlocuzione sul piano sanitario, proprio le istituzioni sono nelle mani di soggetti che le utilizzano per fini politici, certamente diversi dalla tutela della collettività ed il rispetto del giuramento prestato». Ma non solo. Iacono si chiede: «Come potrei rimanere presidente del Consiglio, e quindi rivestire un ruolo che mi impone di rappresentare tutti, anche quei consiglieri che sostengono una simile iniziativa?».

Giovanni Iacono ha deciso di passare alla protesta. E per questo ha già dato incarico ad un pool di avvocati per studiare la possibilità di avviare una class action contro la Regione per questa vicenda e per la sanità. E chiama anche i ragusani alla rivolta. La scelta di dimettersi, infatti, viene spiegata con l’esigenza di smuovere «i ragusani contro le decisioni politiche che umiliano e offendono la nostra città. Non lo può fare il consiglio comunale. È il momento in cui tutti i cittadini si uniscano per la difesa del bene comune, in cui la comunità s’interroghi su se stessa e sui propri rappresentanti alla Regione». L’intenzione del presidente del consiglio comunale dimissionario è quella di «tornare in trincea e opporsi in primo luogo al politicamente vile emendamento Dipasquale. Una norma illegittima che mortifica e umilia Ragusa». Infine, spiega le dimissioni con la necessità di «dare dignità a chi, con le azioni che sta compiendo, sta sta avendo dignità politica e non sta dando dignità politica alle istituzioni».

La “bomba-Iacono” esplode nel giorno in cui il Movimento “Città” (altro alleato di Federico Piccitto nella scalata a Palazzo dell’Aquila) annuncia che il proprio consigliere comunale Carmelo Ialacqua ha inviato una nota ai deputati regionali per contestare, in punta di diritto, l’emendamento Dipasquale. Per Ialacqua, la proposta di Nello Dipasquale «mostra una sconcertante improvvisazione e incompetenza». E ne elenca le ragioni: «La Regione sta invitando i comuni a utilizzare le royalties per fare spesa corrente, per giunta finanziando servizi socio-assistenziali e riduzione delle tasse, esattamente il contrario di quello che impongono i principi di sana amministrazione finanziaria (la Corte dei Conti della Basilicata ha recentemente bacchettato molti comuni di quella regione)». Inoltre, «vengono fortemente limitati i poteri autorizzatori del consiglio comunale, unico competente in materia di bilanci, imponendo la destinazione di cinque milioni di euro di royalties per il finanziamento della legge regionale per Ibla». Infine, Ialacqua contesta la destinazione di quel 30% che dovrebbe andare ripartito tra i comuni: «Avrebbero diritto a quel 30% anche quei comuni che non hanno fornito concessioni e non ospitano alcun impianto di trattamento o estrazione di petrolio e acquisirebbero questo diritto solo per il fatto di ritrovarsi nella provincia in cui ricade il giacimento. In materia c’è una precisa legge nazionale e che fissa criteri tecnici e quote percentuali per operare suddivisioni tra regioni e comuni limitrofi». Il consigliere conclude, ritenendo «davvero assurdo che la Regione siciliana possa intervenire con tale superficialità in una materia talmente delicata e già efficacemente normata».

Le annunciate dimissioni del presidente del Consiglio comunale sono ritenute un bel gesto dal “Laboratorio 2.0”, che, però, guarda all’accaduto sotto un profilo politico. Con le dimissioni, sostiene Sonia Migliore, Iacono «sa bene di sconvolgere i giochi politici della maggioranza grillina, alle prese con una crisi interna che dura ormai da mesi e che il sindaco Piccitto riesce sempre meno a nascondere». E punta l’indice contro il sindaco, reo di continuare a fare l’attendista: «Non dimentichiamoci – conclude Migliore – che avrebbe dovuto essere lo stesso Piccitto ad assediare la Regione dopo l’emendamento».¯

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