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Le “nuove leve” della mafia,
21 condanne

Le “nuove leve” della mafia: 21 condanne

Ventuno condanne, suddivise in 9 conferme del verdetto di primo grado e 12 riduzioni, poi quattro assoluzioni. Ecco la sentenza d’appello decisa nel tardo pomeriggio di ieri dalla Corte d’assise d’appello presieduta dal giudice Maria Pina Lazzara all’aula bunker del carcere di Messina-Gazzi per l’operazione antimafia “Gotha 4”, una delle fondamentali incieste che in questi ultimi anni si sono rivelate decisive per scardinare Cosa nostra barcellonese, in questo caso le “nuove leve” della mafia. Dal punto di vista della provenienza territoriale erano “rappresentati” praticamente tutti i più grossi centri tirrenici e anche alcuni di fuori provincia: Messina, Milazzo, Barcellona, Mazzarrà Sant’Andrea, Bronte, Patti, Rodì Milici, Terme Vigliatore, Cesarò, Rometta Marea, Venetico.

La sentenza d’appello

È stata una sentenza molto complessa, che rispecchia quasi per intero le richieste formulate lo scorso gennaio dal sostituto procuratore generale Maurizio Salamone. Ecco il dettaglio: Santo Alesci (9 anni in “continuazione” con una precedente sentenza); Alessandro Artino (assolto dall’unico capo d’imputazione a suo carico); Salvatore Artino (conferma); Antonino Bagnato (si può definire assoluzione, in sostanza l’estorsione è stata riqualificata in “esercizio arbitrario delle proprie ragioni”, è stata esclusa l’aggravante mafiosa ed è stato dichiarato il “non doversi procedere” per mancanza di querela); Salvatore Bucolo (conferma); Gianni Calderone (si può definire assoluzione, in sostanza l’estorsione è stata riqualificata in “esercizio arbitrario delle proprie ragioni”, è stata esclusa l’aggravante mafiosa ed è stato dichiarato il “non doversi procedere” per mancanza di querela); Salvatore Campisi (conferma); Domenico Chiofalo (pena ridotta a 7 anni, 2 mesi e 2.000 euro di multa, grazie all’esclusione della recidiva); Alessandro Crisafulli (11 anni e 8 mesi globalmente, in “continuazione” con una sentenza precedente); Carmelo Crisafulli (conferma); Vito Vincenzo Gallo (conferma); Massimo Giardina (assolto da un caso d’estorsione, pena rideterminata a 6 anni); Salvatore Italiano (esclusione della recidiva e concessione delle attenuanti generiche, pena ridotta a 5 anni); Antonino Mazzeo (assolto dall’appartenenza all’organizzazione mafiosa per il periodo 1989-2010, reato che permane per il periodo 2010-2012, pena ridotta a 7 anni, revoca della confisca e restituzione dei beni); Fabio Nunzio Mazzeo (riduzione a 4 anni, 2 mesi e 1.200 euro); Carmelo Mazzù (esclusione della recidiva, pena ridotta a 6 anni e 4 mesi); Lorenzo Mazzù (conferma); Aurelio Micale (conferma); Carmelo Perroni (riduzione a 6 anni e 8 mesi); per i due Pirri, ovvero Francesco e Gianfranco, c’è da registrare probabilmente un errore di lettura della sentenza in aula o un errore materiale nel dispositivo, poiché dovrebbe trattarsi in realtà della pena globale di 10 anni e 8 mesi per Francesco Pirri, ma in “continuazione” con una precedente sentenza, e della conferma del primo grado per Gianfranco Pirri; Stefano Rottino (assoluzione da un caso d’estorsione, pena ridotta a 10 anni); Antonino Scordino (pena ridotta a 7 anni, 8 mesi e 2.000 ero di multa); Maurizio Sottile (si può definire assoluzione, in sostanza l’estorsione è stata riqualificata in “esercizio arbitrario delle proprie ragioni”, è stata esclusa l’aggravante mafiosa ed è stato dichiarato il “non doversi procedere” per mancanza di querela); Giuseppe Antonino Treccarichi (pena di 6 anni e 8 mesi, conferma della confisca).

I giudici hanno poi confermato le statuizioni a favore delle parti civili, tra cui la “Elicona Scavi”, il Centro “Pio La Torre”, i comuni di Barcellona e Mazzarrà Sant’Andrea. Scarcerati alcuni imputati assolti, tra cui Bagnato, Calderone e Sottile.

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