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Inchiesta petrolio, c'è un filone siciliano

Inchiesta petrolio, c'è un filone siciliano

C’è un filone siciliano dell'inchiesta sul petrolio in Basilicata. Ancora gli inquirenti mantengono il massimo riserbo sulla vicenda, oggetto di segreto istruttorio, ma qualche giorno fa gli agenti di polizia di Potenza, incaricati dalla Procura potentina, hanno acquisito alcuni atti all'Autorità portuale di Augusta. Nessun sequestro, ma avrebbero chiesto copie di alcuni specifici atti di concessione di aree portuali. Documenti che non riguardarebbero le società dell'imprenditore di Augusta, Gianluca Gemelli, che al momento non ha alcun rapporto con l'Autorità portuale. Il commissario straordinario Alberto Cozzo, da un anno e mezzo alla guida dell’Ente, non è stato mai interrogato dalla Procura, né ha ricevuto alcun avviso di garanzia. 

Sul porto di Augusta insistono le maggiori multinazionali del petrolio, dall'Eni all'Esso, dalla Lukoil alla Sasol, tutte con investimenti nel polo petrolchimico di Priolo Gargallo. Nessun insediamento della Total, coinvolta nell'inchiesta della Procura di Potenza, è presente. 

Secondo il gip di Potenza Gianluca Gemelli "si mostra particolarmente attento agli emendamenti che interessano comunque il settore energetico", citando in diverse conversazioni anche "mire" in Sicilia e in Sardegna. Questo potrebbe rappresentare il punto di partenza del filone "siciliano" delle indagini dei magistrati lucani. Gemelli il 18 dicembre 2014, parlando con un'altra persona "si sofferma su alcune compagnie (Lukoil ed Esso, fra le altre)" in relazione "all'avvenuto commissariamento di Confindustria Siracusa", precisa il gip di Potenza. Il compagno dell'ex Ministro prosegue annunciando che "da gennaio cominciamo pure su Saipem... tramite Confindustria ci arrivo, mi segui? C'arrivo pure abbastanza bene. Quindi vediamo come farlo e... facciamo una passeggiata in Sardegna, ci stiamo un paio di giorni, facciamo le presentazioni, bordelli... e quello che dobbiamo fare facciamo".

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