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Commissione d'inchiesta sui fondi per Ibla

Comune Ragusa

Ragusa - La legge su Ibla è morta. Ma se ne continua a parlare perché non tutti i fondi stanziati nel corso degli anni sono stati ancora spesi e perché, da tre anni, c’è il sospetto, assai forte, che sedici milioni di euro siano “spariti”. Non sono mai stati spesi e, quindi, dovrebbero trovarsi nel bilancio e nel conto corrente. Invece, non ce n’è traccia.

L’allarme è stato lanciato dalla giunta Piccitto qualche giorno dopo l’insediamento. L’assessore al Bilancio Stefano Martorana ha gridato allo scandalo, ma nessun passo in avanti è stato fatto. E da allora sono trascorsi poco più di tre anni. Dei soldi, ovviamente, continua a non trovarsi traccia. Un mistero.

A questo cercherà di rispondere la commissione d’inchiesta che stata istituita dal consiglio comunale, così come previsto dalla Statuto. Si poteva ricorrere alla commissione trasparenza, istituita oltre vent’anni fa proprio per dipanare matasse che sembrano essere assai intrecciate. Ma dopo la chiusura-non chiusura del caso Campo, con il Movimento 5 Stelle che non ha approvato la relazione finale e proposto una controrelazione che dichiarava il contrario di quanto emerso dalle riunioni della commissione, nessuno in città crede più a questo tipo di organismi.

Forse è per questo che è stato deciso di istituire la commissione d’inchiesta. Ma cambiandone il nome non c’è certezza che cambi anche il risultato finale. Intanto, l’organismo sarà composto da undici consiglieri, sei dei quali di maggioranza. Dal momento dell’insediamento avrà novanta giorni di tempo per condurre la propria inchiesta interna e dire che fine hanno fatto i sedici milioni che mancano all’appello. È prevista, ovviamente, una relazione finale per il consiglio comunale. Il nuovo organismo dovrà spulciare carte e sentire, ovviamente, amministratori, tecnici e progettisti vari.

L’istituzione della commissione era stata proposta un paio d’anni fa dal consigliere comunale del movimento “Città” Carmelo Ialacqua. Adesso, sta per diventare realtà. La sua utilità si scoprirà solo alla fine dell’estate, quando i risultati dovranno per forza essere messi su un tavolo e resi pubblici.

Si arriverà ad una unica “verità”? È quanto un po’ tutti si chiedono nei corridoi di Palazzo dell’Aquila. Perché, finora, in Comune, di verità, su qualsiasi tema, ce ne sono state sempre due: una dei grillini, spacciata per “assoluta”, e un’altra di tutti gli altri, spesso supportata anche da documenti cartacei. Ma questa non è mai stata presa in considerazione dalla giunta Piccitto.

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