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Veronica per i periti
è capace di intendere

Veronica per i periti è capace di intendere

"Personalità non armonica" ma
"capace di intendere e di partecipare al processo". Sono le
conclusioni in sintesi, secondo quanto apprende l'ANSA, dei
periti che hanno eseguito gli esami psichiatrici su Veronica
Panarello. L'accertamento è stato disposto dal Gup di Ragusa
davanti alla quale la donna è sotto processo con l'accusa di
avere ucciso il figlio Loris, di 8 anni, e di averne poi
occultato il cadavere nel canalone di contrada Mulino Vecchio a
Santa Croce Camerina, il 29 novembre del 2014.

La perizia psichiatrica è stata
consegnata, con una mail certificata, nella segretaria del Gup
Andrea Reale. Il processo a Veronica Panarello si celebra col
rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica che è
stata stata redatta da Roberto Catanesi, ordinario di
Psicopatologia forense all'università di Bari ed Eugenio
Aguglia, professore ordinario di Psichiatria all'ateneo di
Catania. La donna su richiesta della difesa è stata sottoposta,
in centro diagnostico di Catania, anche a una risonanza
magnetica alla testa per verificare le sue condizioni
"neurologiche, morfologiche e funzionali" in una clinica di
Catania. Il processo riprenderà il prossimo 20 giugno con
un'udienza dedicata all'escussione dei periti del Gup e
consulenti delle parti.
Veronica Panarello nello scorso gennaio ha accusato il
suocero, Andrea Stival, di avere ucciso il bambino per
impedirgli di rivelare una loro presunta relazione, che l'uomo
ha sempre negato anche davanti ai Pm che lo hanno indagato
come atto dovuto.

"All'epoca dei fatti, e con
riferimento a essi, ella aveva capacità di intendere e volere".
Lo scrivono i professori Eugenio Aguglia e Roberto Catanesi
nelle conclusioni della perizia psichiatrica di 105 pagine su
Veronica Panarello. Secondo gli esperti la donna "presenta
tratti disarmonici della personalità", ma "il complesso di
elementi clinici e psicodiagnostici raccolti non consente di
mettere in luce disturbi mentali clinicamente rilevanti",
secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali
(Dsm). Secondo i periti, l'imputata è inoltre "in grado di
partecipare coscientemente al processo". Perché, spiegano, le
sue "attuali condizioni psichiche le consentono di comprendere
oggetto e contenuto delle imputazioni, oltre a consentirle di
argomentare circa le accuse che le sono mosse", ed è "in grado
di esporre i fatti di cui è a conoscenza". Infine, per i periti
"non risulta compromessa la capacità di autodeterminarsi
rispetto a obiettivi dati, di potere riferire in modo e con
modalità tali da preservare i suoi interessi nella vicenda
giudiziaria"

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