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La Madia tra riforme
e fibrillazioni del Pd

La Madia tra riforme e fibrillazioni del Pd

La ministra Marianna Madia difende a spada tratta la riforma della Pubblica Amministrazione e dal palco della “Festa” del Pd organizzata a Messina chiede una piena applicazione delle direttive anche sui territori, a partire dalle regioni (e qui la stoccata a quelle a statuto speciale come la Sicilia), per non dispenderne le potenzialità.

«Credo che tutta la struttura normativa sia orientata ad una crescita del nostro paese – ha affermato nel convegno d'apertura della tre giorni –. Abbiamo trovato un’Italia che stava affrontando la crisi a mani nude, pur con la consapevolezza che andavano compiute determinate mosse. Stiamo provando a portarle avanti. Il nostro obiettivo è quello di pensare prima a chi un'occupazione non ce l'ha, senza dimenticare i diritti». Il modello mira al superamento dello “scaricabarile” tra enti, chiarendo le competenze. Resta però un grande nodo, una vacatio che risiede nella gestione delle risorse economiche. Perché se è vero, come è vero, che la riforma ridefinisce gli assetti, permangono perplessità sulle capacità gestionali di quegli enti, tantissimi, costretti a convivere con deficit ormai insanabili, rischiando di vacillare senza la possibilità di fare leva sull'apporto statale.

Gli strumenti per evitare le degenerazioni del passato, ha chiarito la componente del governo Renzi, sono l'incentivazione dei controlli e l'accrescimento della trasparenza. Resta ciò che nel tempo si è però determinato e che graverà ancora per molto sui cittadini. Ma avanti bisogna pur guardare: «Non abbiamo voluto rimandare i problemi, come per la scuola – ha aggiunto –, le cui novità creano un cambiamento cancellando l'incastro di un meccanismo di precariato».

Messina è unico partner di Ogp (Open governament partnership) nel programma pilota per governi locali, il che garantisce la presenza del Comune in due azioni importanti (su 34), open data e strategie per la partecipazione: «Presenteremo un piano a Parigi a dicembre davanti a 70 paesi, una proposta forte che quintuplica le azioni rispetto agli anni precedenti. Abbiamo coinvolto 20 enti locali di colori politici diversi e 70 associazioni».

Ripartire dai comuni è la chiave: «L'innovazione passa da uno sforzo collettivo e di applicazione legislativa, basti pensare al diritto di conoscenza di dati e documenti pubblici per tutti, al di là di un interesse soggettivo». Al dibattito moderato da Stefano Marroni, vicedirettore del Tg2, ha preso parte anche il Capo di gabinetto Antitrust, Filippo Arena: «Per molto tempo si è legiferato tanto e male». Coinvolta anche la presidente di Poste Italiane, Luisa Todini: «All'interno delle pubbliche amministrazione c'è grande competizione, ma bisogna salvaguardare ai bisogni della gente, la digitalizzazione è fondamentale». (ema.rig.)

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