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Maraini, 80 anni e la festa è una mostra per mia madre

Maraini, 80 anni e la festa è una mostra per mia madre

Non ha mai amato le date obbligate e le feste comandate Dacia Maraini e questo vale anche per un compleanno importante come quello dei suoi ottant'anni. "Ci penso il meno possibile. Non ho mai nascosto la mia età ma non ci faccio caso. Non mi ricordo mai le date. Non è un rifiuto ma ho un rapporto strano con il tempo" dice all'ANSA la Maraini, signora della nostra letteratura tra gentilezza e passione. Nata a Fiesole il 13 novembre 1936, ha passato l'infanzia in Giappone, dove ha vissuto per due anni anche il campo di concentramento, l'adolescenza in Sicilia e la maturità a Roma. "Per me ci sono dei tempi diversi da quelli del calendario. Sono più complessi e interiori" racconta l'autrice de 'La lunga vita di Marianna Ucria' (Rizzoli). "La festa per me è la mostra con i quadri dipinti da mia madre, morta l'anno scorso a 102 anni, che si inaugura a Palazzo Sant'Elia a Palermo l'11 novembre. C'è il ritratto di mio nonno, di mia zia" spiega la Maraini che in questi giorni è a Palermo proprio per l'apertura di 'Topazia Alliata. Una vita per l'arte',la prima retrospettiva dedicata alla pittrice e gallerista della nobile famiglia degli Alliata Salaparuta, madre della scrittrice. "Non ho mai festeggiato il compleanno da quando ero bambina, mi annoia. Di solito mi coglie in viaggio e anche questa volta sarà così, da Palermo a Roma" dice. Una "bella festa" la hanno fatta alla scrittrice - che a dicembre riceverà il Premio Manzoni alla carriera - gli studenti del Liceo Archimede di Messina: "hanno realizzato dei bellissimi filmati su Bagheria e Marianna Ucria raccolti in dvd, con tutte le foto di famiglia, i luoghi. Ecco, per me questa è una bella festa". Scrittrice, poetessa, autrice di teatro, sceneggiatrice, femminista tra le fondatrici del Centro romano Maddalena, instancabile viaggiatrice, autrice di reportage e poesie che fecero scandalo per il loro linguaggio, la Maraini, che è una delle autrici italiane più tradotte all'estero, ha percorso e percorre tante strade. Figlia del grande etnologo metà fiorentino e metà inglese Fosco Maraini oltre che discendente, da parte materna, dell'antica nobile famiglia degli Alliata di Salaparuta, la Maraini è stata la compagna di Alberto Moravia fino agli anni Ottanta - che scrisse la prefazione al suo primo suo romanzo 'La vacanza' del 1962 - dopo Elsa Morante e prima di Carmen Llera. L'anno successivo ha vinto il Premio internazionale degli editori 'Formentor' con 'L'eta' del malessere'. Del '72 è 'Memorie di una ladra' che diventò uno dei film più riusciti di Monica Vitti e poi 'Donne in guerra', 'Storia di Piera'. Nel '90 torna nei luoghi dell'infanzia con 'Bagheria' e poi arrivano 'Voci', 'Un clandestino a bordo', 'Dolce per sè' sui grandi temi sociali e la vita delle donne mentre quasi tutte le opere teatrali sono raccolte in 'Fare teatro 1966-2000'. A poco più di vent'anni ha fondato con alcuni amici la rivista 'Tempo di letteratura' e collaborato con 'Nuovi Argomenti' e 'Il Mondo'. E' stata amica di grandi scrittori, registi e artisti, primo fra tutti Pier Paolo Pasolini e poi Maria Callas, Enzo Siciliano, Italo Calvino. Vincitrice del Campiello nel 1990 con 'La lunga vita di Marianna Ucria', tradotto in 30 lingue e diventato un film di Roberto Faenza, nel 1999 ha vinto anche il Premio Strega con i racconti di 'Buio' (Rizzoli) sull'infanzia indifesa. A Moravia ha dedicato il libro 'Il bambino Alberto' e alle atroci sofferenze del campo di concentramento di Tokyo, dove finì nel 1943 perchè i suoi genitori non aderirono alla Repubblica di Salò, ha dato voce nelle poesie 'Mangiami pure'. "E' finita negli anni Ottanta quell'atmosfera di grande entusiasmo e solidarietà fra gli scrittori. Ci si vedeva con Bassani, Calvino. Ora l'ambiente è frammentato e disgregato. Mi trovo bene con gli studenti, vado volentieri nelle scuole. Preferisco parlare con i giovani che con gli adulti". E anche se la scrittrice non ci fa caso alle ricorrenze, è arrivato in libreria "un romanzo per lei": 'Non chiedermi quando-Romanzo per Dacia' (Rizzoli) di Concita De Gregorio, nato dagli incontri fra la giornalista e la scrittrice che in fondo è un suo ritratto. Il ritratto di una donna gentile, timida ma determinata, a cui non manca mai il sorriso come quella linea di matita azzurra sugli occhi che ormai fa parte di lei. Il suo ultimo romanzo è 'La bambina e il sognatore' pubblicato da Rizzoli nel 2015. Ora sta lavorando a un nuovo libro "ma ci vorranno almeno due anni perchè sia pronto" dice la scrittrice.

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