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Sequestrati tremila prodotti falsificati

Sequestrati tremila prodotti falsificati

Vittoria - Tutto è cominciato nell'estate 2015, quando il titolare della società che ha registrato il marchio "Arancinotto" ha denunciato la presenza sul mercato di prodotti contraffatti, che violavano il marchio depositato. La Guardia di Finanza ha iniziato le indagini ed ha cominciato anche a scandagliare il web e i siti che si occupano della vendita online e di aste. Le indagini hanno condotto a individuare cinque imprese, che importavano il materiale dalla Cina. Inoltre, sono stati scoperti diversi siti e negozi che avevano messo in vendita i prodotti contraffatti. Alla fine ne sono stati sequestrati circa tremila esemplari.

I militari della Compagnia di Vittoria, attraverso l’incrocio delle numerose banche dati a disposizione e un attento controllo economico del territorio, hanno pertanto proceduto a ricostruire la filiera del falso: attraverso riscontri effettuati in alcuni centri commerciali, negozi all’ingrosso ed al dettaglio di prodotti casalinghi, mercati rionali settimanali, fiere, sagre, ovvero tramite il monitoraggio dei principali siti di e-commerce e social network (quali “eBay”, “subito.it” e “facebook”), è stata individuata una sempre più progressiva e vasta distribuzione e vendita, sia in ambito siciliano che nazionale, di diverse versioni e/o tipologie del prodotto contraffatto, sempre più in grado di trarre in inganno l’acquirente medio. Nello specifico, dalla numerosa documentazione fiscale esaminata dalle Fiamme Gialle, è stato possibile riscontrare la fabbricazione illegale del prodotto in Cina, presumibilmente su input di connazionali presenti sul territorio italiano.

Complessivamente, oltre al sequestro di circa tremila prodotti contraffatti, sono state denunciate 127 persone per l’importazione/vendita degli articoli falsificati e segnalate circa un centinaio di imprese coinvolte, di cui almeno cinque acclarate come importatrici dalla Cina della merce, grazie alla documentazione fiscale riscontrata. Infine, l’attività effettuata nel contesto dell’e-commerce non solo ha permesso di riscontrare oggettivamente la vendita del prodotto contraffatto, ma ha reso possibile l’individuazione di una importante porzione di sommerso d’azienda.

L’operazione della Compagnia di Vittoria ha permesso di aggredire alla fonte e su scala nazionale una notevole filiera del falso, a tutela della società ragusana proprietaria del diritto di privativa industriale e, non da ultimo, per proteggere gli acquirenti, tratti in inganno dal prezzo (a volte) più basso dell’originale prodotto italiano, da possibili rischi alla salute, considerato che tali prodotti ad utilizzo alimentare non rispettano la rigida normativa di sicurezza prevista dall’Unione Europea.

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