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Montalto: non c’è stato nessuno scambio di favori

Montalto: non c’è stato nessuno scambio di favori

«Non c’è stato nessuno scambio di favori. Il giornalista Piero Messina l’ho segnalato a Ettore Morace perché sapevo che aveva bisogno di un ufficio stampa. Per quanto riguarda la vicenda di Marianna Caronia, è vero mi ha contattato ma io non potevo fare nulla. Non ero io a decidere».

Nell’inchiesta Mare Monstrum sul cosiddetto “sistema-Trapani”, dopo Ettore Morace, anche il segretario particolare dell’assessore regionale siciliano ai Trasporti Giovanni Pistorio, interrogato dal gip nega scambi di favori con l’armatore: Giuseppe Montalto è agli arresti domiciliari, mentre Morace è in carcere, ed entrambi sono accusati di corruzione.

Perché Montalto - assieme all’altro indagato Girolamo Fazio, ex sindaco di Trapani, pure lui ai domiciliari - avrebbe agevolato il gruppo Liberty lines, la compagnia di navigazione di Morace, cercando di bloccare la nomina di un consulente (sgradito agli armatori) della commissione Trasporti dell’Assemblea regionale siciliana. In cambio del suo prodigarsi, Montalto avrebbe ottenuto l’assunzione a tempo determinato di un amico giornalista e un surplus su una buonuscita di circa 50 mila euro in favore dell’ex deputato regionale Marianna Caronia, ex dipendente delle società dei Morace, nell’elenco degli indagati.

«Non ero io a decidere», ha quindi affermato ieri mattina l’impiegato regionale, rispondendo al gip Marco Gaeta, nell’interrogatorio di garanzia dopo gli arresti dell’operazione Mare Monstrum, condotta dai carabinieri di Palermo e Trapani. Anche la Caronia è indagata, ma a piede libero, ed è candidata al consiglio comunale di Palermo, mentre Fazio è candidato sindaco di Trapani. Alla Caronia il surplus sarebbe toccato grazie al rilascio di una fattura per una prestazione mai assicurata.

E intanto primo “terremoto” a Messina dopo l’iscrizione nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta Mare Monstrum per concorso in corruzione dell’armatore Vincenzo Franza della Caronte&Tourist isole minori e del patron di NGI Spa, la compagnia che serve le isole Eolie, Sergio La Cava. Proprio La Cava, che era anche vicepresidente della Caronte&Tourist isole minori, ha rassegnato ieri le dimissioni da questa carica.

Altro passaggio consumato ieri la diffusione di una lunga nota della compagnia Caronte&Tourist sulla vicenda: «Mai come in quest’occasione, per il gruppo Caronte&Tourist l’auspicio che la giustizia faccia il suo corso presto e bene è tutt’altro che rituale e formale - si legge -. Proprio il rispetto per la magistratura inquirente e la fiducia in quella giudicante suggeriscono tuttavia qualche precisazione, basata su ciò che generosamente la stampa ha fatto conoscere dell’ordinanza. Sembrerebbe infatti emergere - dalle conversazioni intercettate e dalla ricostruzione che ne è conseguita - un rapporto tra i vertici di C&T e quelli di Liberty lines, e in particolare tra l’ingegnere Vincenzo Franza e il dottore Ettore Morace, di concorrenza feroce e astiosa».

«Chi conosce la storia personale e professionale dei due imprenditori e delle loro famiglie - prosegue la nota - sa bene, invece, che una tale concorrenza non ha alcun motivo di essere, trattandosi di una ultraventennale relazione di amicizia, di stima e rispetto reciproci nata ai tempi del salvataggio della Rodriquez negli anni ’90 e consolidata con l’acquisizione congiunta di Siremar nel 2014, ferme restando le legittime e naturali - più o meno contingenti - diversità di strategie imprenditoriali dettate dalla differenza dei rispettivi business (è noto che i Morace si occupano prevalentemente di trasporto passeggeri su aliscafi, i Franza di traghettamento di autoveicoli con navi)».

«Ne consegue - conclude la nota -, che quanto poi ricostruito in termini di “dossieraggio” - ove mai dovesse accertarsene la veridicità - sarebbe esclusivamente conseguenza di comportamenti dettati da ragioni personali tenuti peraltro da un terzo che, pur se socio storico della Caronte&Tourist, ha una storia imprenditoriale anche autonoma, caratterizzata - legittimamente quanto ovviamente - da ampi margini di autodeterminazione professionale e personale. In questo senso il gruppo C&T non può che prendere atto - con rammarico - della decisione del dottore Sergio La Cava di dimettersi dalle cariche sociali in atto detenute, comprendendone le esigenze difensive, nella certezza che un gesto siffatto contribuirà a chiarire al meglio la sua posizione riguardo agli addebiti mossigli”.

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