Il bilaterale notturno tra il premier Giuseppe Conte e il generale Khalifa Haftar si conclude con un dato: l'uomo forte della Cirenaica non è arrivato a Palermo, sede della Conferenza per la Libia organizzata dall'Italia, per fare da comparsa.
Stamane tornerà a Villa Igiea per una serie di incontri - a partire dalle 8:30 prima della sessione plenaria del summit - che coinvolgeranno, tra gli altri, il premier russo Dmitri Medvedev, il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian, l'inviato dell'Onu Ghassam Salamè e i leader di Tunisia e Algeria.
L'obiettivo, per il governo italiano, è coinvolgere in una stessa riunione Haftar e il leader del governo riconosciuto di Tripoli Fayez al Sarraj.
Obiettivo che, rispetto ad una manciata di ore prima, appare a portata di mano, anche se saranno solo i contatti che andranno avanti nella notte a dirimere il nodo. Il faccia a faccia tra Conte e Haftar è cordiale e ha luogo solo dopo che le delegazioni invitate alla cena di benvenuto lasciano Villa Igiea.
Il premier italiano, citando Nelson Mandela, invita Haftar a tentare la via del compromesso con gli altri tre leader libici presenti a Palermo, ai quali Conte si era rivolto, nel corso della cena, spronandoli a diventare "padri nobili" del futuro della Libia. Il bilaterale tra Conte e Haftar, durato circa un'ora, secondo fonti di Palazzo Chigi, è positivo.
Haftar, rivolgendosi al premier, lo avrebbe definito "un amico affidabile" e avrebbe sottolineato come la Conferenza di Palermo rappresenti "un'ottima occasione" per la Libia. Anche se "la foto di famiglia" tra i 4 protagonisti-rivali della Libia, al momento, resta nel campo delle ipotesi: la presenza di Haftar alla plenaria, prevista alle 11, è tutt'altro che confermata.
Il generale, capo della Cirenaica, nella prima giornata del summit, ha volutamente saltato la cena di benvenuto alla quale non ha preso parte neanche Medvedev.
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