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Sea Watch, l'annuncio di Conte: tra poche ore lo sbarco dei migranti

La Sea Watch 3 ferma in mare

"Fra qualche ora inizieranno le operazioni di sbarco della Sea Watch". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte a margine del suo incontro con il sindaco di Milano Giuseppe Sala. "Si è aggiunto anche il Lussemburgo e lo ringrazio. Siamo con l'Italia 7 paesi".

Questa mattina il governo italiano, al termine del vertice notturno tra il premier Conte ed i vice Salvini e Di Maio, aveva annunciato che per lo sbarco aspettava la formalizzazione dell'accordo con gli altri Paesi Ue per sbloccare la situazione.

Oggi nella prefettura di Siracusa si è tenuto un incontro per fare il punto sulla situazione della nave con a bordo 47 migranti, è in corso. Alla riunione, presieduta dal prefetto Luigi Pizzi, ha partecipato tra gli altri anche il procuratore Fabio Scavone.

Sulla vicenda delle persone a bordo della Sea Watch è intervenuto nelle ultime ore anche l'arcivescovo di Genova il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei Vescovi europei: "Sono nel loro bisogno estremo, davanti alla nostra attenzione e dobbiamo fare di tutto per rispondere a questa situazione".

"Non entro nel merito del caso - ha detto Bagnasco -, perché so che è una situazione che ha legislazioni di diritto nazionale e internazionale da applicare, ma certamente l'aspetto umanitario non ci può lasciare indifferenti. Ci sono persone che sono lì e hanno bisogno di molto, e questo è il punto fondamentale. Tutto il resto sono questioni giuridiche che mi auguro siano risolte al più presto, in un clima europeo che deve fare un passo avanti molto serio".

«Missione compiuta! Ancora una volta, grazie all’impegno del governo italiano e alla determinazione del Viminale, l’Europa è stata costretta a intervenire e ad assumersi delle responsabilità. Sei Paesi hanno accettato di accogliere gli immigrati a bordo della Sea Watch3, coordinandosi con la Commissione europea: si tratta di Francia, Portogallo, Germania, Malta, Lussemburgo e Romania». Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini auspicando che, «in base alla documentazione racconta, venga aperta un’indagine per fare chiarezza sul comportamento della Ong».

«L'obiettivo - ha aggiunto Salvini - è stato anche in questo caso trovare una soluzione che possa conciliare la sicurezza delle persone in mare con quella di un Paese, l’Italia, che non è più disposto a essere il rifugio di tutti i clandestini d’Europa».

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