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Mafia, Mattarella ricorda il sacrificio di Boris Giuliano: "La Repubblica si inchina"

"Nel quarantesimo anniversario del barbaro omicidio, la Repubblica si inchina nel ricordo di Boris Giuliano, funzionario della polizia di straordinarie capacità, servitore dello Stato fino al punto di pagare con la vita il coerente impegno per la legalità e la giustizia. In questo giorno di memoria desidero esprimere vicinanza e solidarietà ai familiari, a chi ha potuto conoscerlo e apprezzarlo, ai colleghi che hanno continuato con lo stesso coraggio l'azione di contrasto alla mafia e al crimine organizzato". Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel 40esimo anniversario della morte del capo della squadra mobile Boris Giuliano, ucciso il 21 luglio 1979 dal killer di Cosa nostra Leoluca Bagarella mentre si trovava nel bar Lux in via Francesco Paolo Di Blasi a Palermo.

Stamane, organizzata dalla questura, si è svolta la cerimonia commemorativa, con la deposizione di una corona di alloro sul luogo del delitto e poi è stata celebrata la messa di suffragio nella cappella della Soledad, in salita Antonio Manganelli. Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, il questore Renato Cortese, familiari di Giuliano, tra cui il figlio Alessandro questore di Napoli, il vicesindaco Fabio Giambrone, esponenti delle forze dell'ordine.

Un investigatore "senza pari, perspicace e innovativo che era riuscito a ricostruire i traffici mafiosi di quegli anni" ma anche un "uomo simpatico, gentile e intransigente allo stesso tempo". Così la Polizia ricorda sulla propria pagina Facebook Boris Giuliano. Giuliano, aggiunge ancora la Polizia, è stato "un poliziotto lungimirante, che adottò nuove strategie investigative per combattere la mafia, ne intuì la dimensione internazionale e fu tra i primi a credere nella cooperazione internazionale di polizia".

Anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, rende omaggio al sacrificio di Boris Giuliano: "Giuliano fu ucciso in un periodo buio della città che vide cadere decine di uomini dello Stato, magistrati, appartenenti alle forze dell'ordine. Impegnato in tante indagini anche sui legami fra mafia e massoneria e mafia ed appalti, pagò con la vita la propria capacità di utilizzare metodi e strumenti innovativi per l'epoca, per fornire alla magistratura le prove che allora troppo spesso risultavano 'insufficienti' nei processi di mafia".

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