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"Pirati" dei giornali sul web, denuncia in procura presentata dalla Ses

Siamo andati in Procura. A denunciare i “ladri” di giornali. A chiedere che il nostro lavoro quotidiano sia tutelato. L’informazione, quella vera e non taroccata, non può essere gratis. La fatica del nostro inchiostro giornaliero, i sacrifici per verificare e confezionare notizie attendibili, nel mondo sempre più in bilico della carta stampata, rappresentano un punto fermo per il nostro Paese e per qualunque democrazia. E diffondere a qualsiasi titolo copie illegali, cioè rubate, di giornali locali e nazionali su Telegram, e Whatsapp, è un reato penale. Lo è anche usufruirne.

Il gruppo editoriale SES - Società Editrice Sud, che edita due quotidiani, la Gazzetta del Sud e il Giornale di Sicilia, ha depositato una denuncia-querela alla Procura di Messina esponendo una serie di fatti e producendo anche una serie di allegati. Chiedendo sia il blocco dei canali illeciti di diffusione delle copie, sia il perseguimento dei responsabili. E ci auguriamo che si arrivi all’eventuale oscuramento dei siti e delle piattaforme che fanno da tramite a questi furti quotidiani.

«Nei mesi scorsi - si legge tra l’altro nella denuncia -, veniva segnalato che su una chat di whatsapp sono stati condivisi i file in pdf di alcuni quotidiani, fra cui anche il Giornale di Sicilia e la Gazzetta del Sud, editi dalla S.E.S. Spa. Sulla scritta in filigrana di un file in pdf dei suddetti quotidiani veniva indicato un sito web. Visitando il suddetto emergeva la messa a disposizione, a qualsiasi utente volesse scaricarli, dei file pdf di molti quotidiani e periodici».

Ed ancora: «Fenomeno ormai noto è che, una volta trovato il metodo per rubare il pdf del quotidiano, lo stesso venga messo in rete e si diffonda in modo sconfinato tramite social network, chat o altre community. Anche la Fieg è intervenuta per cercare di arginare il fenomeno, segnalando una lista di canali e bot su cui quotidianamente vengono condivisi contenuti editoriali protetti in via non autorizzata».

Nei giorni scorsi un risultato molto importante nella lotta al furto e alla diffusione di copie illegali, ai cosiddetti “pirati” della carta stampata, è stato ottenuto a Cagliari. La Polizia postale ha infatti chiuso le indagini nate da una denuncia dell’editore dell’Unione Sarda, con risultati sorprendenti e interessanti.

Tre persone sono state iscritte nel registro degli indagati e ben 10 mila persone, i cosiddetti “utilizzatori finali”, rischiano una multa da 24 mila euro per aver scaricato sul telefonino una copia “craccata” del giornale. E questa è soltanto la prima delle indagini sugli amministratori di chat dove ogni giorno vengono inviate praticamente le copie di tutti i quotidiani e delle riviste italiane. Anche da molti “insospettabili”.

La Polpost ha consegnato alla Procura di Cagliari una lunga informativa denunciando tre persone: un signore che vive in Sardegna, classe 1974. Un suo coetaneo torinese e un uomo del ’64 che vive in provincia di Milano. Sono stati scoperti, nel corso di una perquisizione, mentre scaricavano i giornali e li inviavano nelle chat illegali. Anche la Guardia di Finanza sta lavorando su questo fronte.

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