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Palermo, morto il tributarista Gianni Lapis: fu in affari con Ciancimino

È morto a Palermo nell’ospedale di Villa Sofia, all’età di 77 anni, il professore Gianni Lapis, ex avvocato tributarista, condannato per le vicende del tesoro di Vito Ciancimino, per il crac della Cassa di risparmio Vittorio Emanuele e per un favoreggiamento. Stava scontando un cumulo di pene ma a dicembre aveva ottenuto la detenzione domiciliare, lasciando il carcere di Rebibbia. Il 14 febbraio era stato ricoverato in Cardiologia per problemi legati a un ictus e per le complicanze di una broncopolmonite. Sottoposto a tampone, non era risultato positivo al Coronavirus.

Il nome di Lapis è legato alla sparizione delle decine e decine di miliardi delle vecchie lire in cui è valutato il patrimonio dell’ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino, poi passato al figlio Massimo.

Entrambi, Lapis e Ciancimino jr, erano stati condannati nel processo per riciclaggio, poi il solo professore, che aveva fatto parte del collegio sindacale, per la bancarotta da tremila miliardi di vecchie lire della Sicilcassa. Lapis aveva fatto anche esperienze politiche nel Psdi, poi si era dato agli affari, come «consigliori», secondo l’accusa, di Ciancimino, socio occulto della Gas, Gasdotti azienda siciliana.

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