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Perquisite le sedi della Cmc, indagini sulla Agrigento-Caltanissetta

La Guardia di finanza ha perquisito le sedi della Cmc, la cooperativa di Ravenna che si occupa dell’ammodernamento della Palermo-Agrigento e della scorrimento veloce Agrigento-Caltanissetta.

Perquisizioni sono state effettuate dalle fiamme gialle, su delega della Dda di Caltanissetta, a firma del sostituto procuratore Simona Russo, nei vari uffici della Cmc, in Emilia Romagna e Toscana nell’ambito di un’inchiesta che nasce in Sicilia. Peculato e frode in pubbliche forniture sarebbero i reati per i quali indaga la procura nissena, ma ci sarebbero anche disastro ambientale, traffico illecito di rifiuti e associazione per delinquere.

L’attenzione degli inquirenti è rivolta sui lavori del ponte San Giuliano, lungo la statale 640, completata nel primo tratto ma incompiuta nel tratto nisseno ed in particolare le verifiche si sono concentrate su uno degli ultimi viadotti che porta alla galleria che collega con l’autostrada Palermo-Catania. L’opera doveva essere completata nel 2018 ma ad oggi risultano effettuati lavori per l’80% .Il completamento dei lavori, inizialmente previsto per il 2018, sarebbe slittato al 2022.

Interviene la Regione siciliana: «Abbiamo appreso di nuove difficoltà per la Cmc e stavolta di tipo giudiziario che riguardano il tormentato appalto della Caltanissetta-Agrigento. Un quadro - afferma - l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone - che si somma a uno stato dell’arte di ormai insopportabile ritardo nella realizzazione dell’opera per le inadempienze dell’azienda richiede oggi delle risposte risolute. Per tale ragione il Governo Musumeci la prossima settimana convocherà un tavolo tecnico per vagliare ogni necessaria decisione tesa a risolvere una vertenza infinita ed evitare che l’opera rimanga un’incompiuta. Inoltre dobbiamo scongiurare il rischio che la Regione debba restituire all’Europa ben 420 milioni per il mancato completamento dell’opera». (AGI)

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