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Omicidio Licia Gioia, la Procura di Siracusa assolve il marito poliziotto: "Il fatto non sussiste"

Il gup del tribunale di Siracusa, Salvatore Palmeri, ha assolto perchè il fatto non sussiste Francesco Ferrari, 46 anni, poliziotto in servizio a Siracusa sotto processo per l’omicidio della moglie, Licia Gioia, sottufficiale dei carabinieri trovata morta nel febbraio del 2017 nella casa della coppia, in contrada Isola, a Siracusa. Una decisione maturata al termine di una Camera di consiglio durata un paio d’ore ma questa mattina il pm di Siracusa, Gaetano Bono, sorprendendo la famiglia della vittima, costituitasi parte civile, ha chiesto l’assoluzione per l’imputato.

La Procura, che ha prima indagato l’uomo per istigazione al suicidio e poi per omicidio, nel corso dell’inchiesta aveva ipotizzato che la donna fosse stata ammazzata dal consorte con la sua pistola di ordinanza, al culmine di una lite scoppiata in casa loro nel cuore della notte. L’imputato ha sempre sostenuto che la moglie si fosse suicidata ed in effetti questa ricostruzione è stata in parte sposata dai periti nominati dal gup.

Delusione e rabbia, sono i sentimenti della famiglia di Licia Gioia. I familiari sono rimasti sorpresi in aula questa mattina quando il pm della Procura di Siracusa, Gaetano Bono, al termine della requisitoria, ha chiesto l’assoluzione per l’imputato, dopo averne chiesto il rinvio a giudizio appena un anno e mezzo fa.

"Siamo di fronte ad un caso di malagiustizia - dice Erasmo Gioia, padre della vittima - ma vedo soprattutto della malafede. Siamo pronti a ricorrere alla Procura generale di Catania ed alla Corte europea se ce ne fosse bisogno. E pensare che il pm della Procura di Siracusa, nell’ultima udienza, aveva smantellato la perizia dei consulenti del gup. Sono emersi elementi per cui l’ipotesi del suicidio di mia figlia erano insussistenti ed invece oggi il pm scopre di non avere prove per chiedere la condanna dell’imputato. La Procura ha delle responsabilità, peraltro ci è stato detto che ci avrebbero appoggiato in tutto e per tutto ma dopo 3 anni subiamo un colpo di spada struggente".

Il legale della famiglia, l’avvocato Aldo Ganci, si pone degli interrogativi sul cambio di direzione del pm di Siracusa. "Non capiamo davvero - spiega l’avvocato della famiglia Gioia, Aldo Ganci - il cambio di percorso della Procura che, dopo aver chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario, ha optato per l’assoluzione. Questa perplessità nasce soprattutto dalla circostanza che dal rinvio a giudizio ad oggi non è cambiato nulla, in quanto il processo si è celebrato con il rito abbreviato, dunque non sono emerse nuove prove o nuovi elementi in grado di cambiare lo scenario. Questo sarebbe potuto accadere in caso di dibattimento, in un giudizio con il rito ordinario. E’ di tutta evidenza che è stato del tutto inutile per la Procura - spiega l’avvocato Aldo Ganci - chiedere il rinvio a giudizio. Inoltre, va detto, che il pm, stamane, non solo ha escluso l’ipotesi dell’omicidio volontario ma ha scartato anche l’omicidio colposo. Non contesto l’operatore del pm ma chiedo: perchè mai ha chiesto il rinvio a giudizio? Cosa è cambiato da allora ad oggi?".

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