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Dpcm di Natale: meno restrizioni e ristoranti aperti. La Sicilia potrebbe diventare "zona rossa"

I 21 parametri che attribuiscono alle Regioni la collocazione nella zona gialla, arancione o rossa non cambieranno fino alla scadenza del Dpcm attualmente in vigore: sarà un tavolo tecnico tra le Regioni, l'Istituto superiore di Sanità e il ministero della Salute a valutare eventuali modifiche da inserire nel nuovo provvedimento.

Il governo respinge per il momento il pressing delle Regioni che da giorni chiedono di "semplificare" i criteri, con la conseguenza che il monitoraggio delle prossime ore seguirà lo schema utilizzato finora e potrebbe determinare il passaggio alla zona rossa di altre Regioni: si parla di Puglia, Basilicata, Sicilia e Abruzzo, che di fatto già lo è per decisione del presidente Marsilio, con Emilia Romagna e Liguria ancora in bilico.

Ma che vi sia un passaggio alla zona con restrizioni più dure lo conferma il ministro alla Affari Regioni, Francesco Boccia: "Non escludo che possano esserci altre regioni rosse" .

Il perché non si cambia sui 21 parametri lo ha spiegato Roberto Speranza: "Non va sottovalutata la serietà della situazione, la pressione sugli ospedali" è ancora "molto alta e non si può assolutamente scambiare qualche primissimo e ancora insufficiente segnale in uno scampato pericolo".

Intanto dal premier ai ministri fino agli scienziati, tutti continuano a ripetere che non sarà un Natale come gli altri e che, seppur con qualche inevitabile concessione, non sarà certo un liberi tutti.

"Dobbiamo predisporci ad un Natale più sobrio: veglioni, festeggiamenti, baci e abbracci non è possibile - ha ripetuto anche ieri Conte -. Una settimana di socialità scatenata significherebbe pagare a gennaio un innalzamento brusco della curva".

"Il cenone classico, con 20 persone, quest'anno non ce lo possiamo permettere" conferma il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo che lancia però un altro allarme: va evitato in tutti i modi l'assalto a negozi e grandi magazzini per lo shopping natalizio.

Qualche apertura però ci sarà, come conferma lo stesso premier, per consentire alle famiglie di stare insieme e soprattutto per non affossare ulteriormente l'intero commercio e il turismo. La linea da seguire verrà decisa nei prossimi giorni, anche confidando sul fatto che le misure prese a partire dal 24 ottobre frenino la diffusione del virus.

Una delle ipotesi sul tavolo è quella di un Dpcm ponte per il periodo natalizio che sospenda l'automatismo delle fasce, allenti il coprifuoco nazionale, consenta l'apertura serale di bar e ristoranti e lo spostamento anche tra le regioni rosse e arancioni per raggiungere i parenti più stretti, allunghi l'orario dei negozi, preveda un nuovo protocollo per le messe e le cerimonie religiose, indichi i divieti per la notte di capodanno, compreso lo stop a qualsiasi assembramento nelle piazze.

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