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Carcere di Augusta, il Sappe: "Ancora un agente picchiato da un detenuto"

L'agente è stato colpito con un pugno in faccia da parte di un recluso

"Ancora follia e violenza nel carcere di Augusta, con un appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria contuso che è dovuto ricorrere alle cure dei sanitari". Lo denuncia in un comunicato stampa il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. "Un poliziotto Penitenziario della casa di reclusione di Augusta, è finito all’ospedale per un pugno in faccia da parte di un recluso che non accetta la rieducazione e il reinserimento nella società", denuncia il segretario provinciale SAPPE Salvatore Gagliani.

"Siamo vicini al collega finito in ospedale che ha avuto alcuni giorni di prognosi e cure, purtroppo la poca garanzia dello Stato il quale ci manda a mani nude ad affrontare ogni sorta di pericolo, senza voler capire che il Taser per la polizia Penitenziaria è una esigenza che primeggia tra tutte le forze dell’ordine, nel rinnovare l’augurio e la vicinanza al collega colpito da un fascinoso con un pugno in faccia, collega che ho sentito personalmente a cui ho portato gli Auguri di pronta guarigione del Sappe e di tanti colleghi"
Donato Capece e Calogero Navarra, rispettivamente segretario generale e segretario nazionale SAPPE per la Sicilia del SAPPE, esprimono solidarietà e vicinanza al poliziotto ferito ad Augusta e denunciano: "ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato".

Il SAPPE ricorda di essere sceso più volte in piazza proprio per chiedere tutele ai poliziotti penitenziari, manifestazioni culminate in quella di Roma dello scorso 14 ottobre 2020 insieme ai rappresentanti delle altre Forze di Polizia. "Sono mesi che portiamo avanti le battaglie a favore di ogni singolo operatore delle forze dell’ordine e del soccorso pubblico. Mesi che rivendichiamo il nostro ruolo ormai attaccato da più parti e che vacilla sotto i colpi di normative che non ci tutelano di leggi troppo blande per chi delinque come la vigilanza dinamica ed il regime aperto nelle carceri e di quel partito dell’antipolizia che non perde occasione per strumentalizzare ogni singolo episodio. Dimenticando l’infinito lavoro quotidiano che tutte le donne e gli uomini in divisa compiono con abnegazione ed altissima professionalità ogni giorno. Siamo scesi in piazza tutti insieme per manifestare il dissenso verso chi ci ha lasciato senza tutele di fronte a problemi sempre più complessi e rivendichiamo tutele e garanzie funzionali nuovi strumenti che migliorino il nostro servizio bodycam e Taser su tutti nuovi protocolli operativi e soprattutto tutele legali, Parole poche, fatti tanti, e le aggressioni contro la Polizia Penitenziaria continuano. E questo è grave e inaccettabile!", concludono Capece e Navarra.

 

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