Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Mafia nel Catanese, intimidazioni ai parenti di un pentito: 15 arresti

Accusati di associazione mafiosa, detenzione e porto di armi da fuoco, estorsioni, traffico e spaccio di cocaina e marijuana con l'aggravante di avere favorito il clan mafioso Scalisi

Un furgoncino per la vendita di panini di un familiare del collaboratore di giustizia Salvatore Giarrizzo danneggiato a ridosso di una importante udienza. È uno degli episodi di intimidazione mafiosa contestati dalla Dda della Procura di Catania a esponenti del clan Scalisi di Adrano nel provvedimento, eseguito dalla polizia, che ha portato al fermo di 15 di loro. Il Gip, in sede di convalida, ha disposto il carcere per 14 degli indagati e gli arresti domiciliari per un quindicesimo. I reati contestati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, detenzione e porto di armi da fuoco, estorsioni, traffico e spaccio di cocaina e marijuana con l'aggravante di avere favorito il clan mafioso Scalisi.

Dalle indagini dell’operazione Triade condotte dal commissariato di Adrano e dalla squadra mobile della Questura di Catania emerge il ruolo apicale assunto da Salvatore Calcagno, nipote ed effettivo erede del boss Giuseppe Scarvaglieri, attualmente detenuto in regime di 41bis, il cosiddetto carcere duro. Secondo la polizia è «operativo e fautore delle decisioni più rilevanti sulle dinamiche del sodalizio pur essendo, la sua presenza, discreta e meno visibile rispetto alla componente operativa di strada». Delineato anche il ruolo di Massimo Neri, già indicato da numerosi collaboratori di giustizia come esattore delle estorsioni riconducibili al clan Scalisi, accusato di avere «riorganizzato la cosca mafiosa assumendone il controllo almeno fino alla scarcerazione di Carmelo Scafidi». (ANSA).

 

 

Caricamento commenti

Commenta la notizia