Sabato 04 Maggio 2024

Covid e Recovery, le mafie all’assalto in Sicilia

Un luogo simbolo l'aula bunker di Palermo – ricorda il presidente del tribunale del capoluogo Antonio Balsamo – dove si celebrò alla fine degli anni Ottanta il maxi-processo voluto da Giovanni Falcone, che per primo spinse sulla creazione della Dia e della Dna per fronteggiare la criminalità organizzata. Il luogo dove tutto è cominciato, una scelta per sottolineare che la lotta alla mafia è un «affare» europeo che deve vedere uniti tutti i paesi membri, come ha ribadito in un video messaggio il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli: «Contrastare le mafie deve essere una priorità dell’agenda europea». Si è aperta così nell'aula superblindata dell'Ucciardone la seconda conferenza organizzata nell’ambito della Rete operativa antimafia (@ON), nata nel 2014 su proposta della Dia italiana e che ha come scopo quello di rafforzare la cooperazione transnazionale contro i gruppi mafiosi che hanno un impatto sugli Stati membri della Ue. Italiani, euroasiatici, albanesi, fino alle bande criminali di motociclisti fuorilegge oltre a gruppi emergenti come cinesi, nigeriani e turchi, l'elenco dei nemici si allunga. E ora più che mai è importante che le istituzioni facciano rete per scongiurare l'avanzata della criminalità organizzata e garantire all'Europa che le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, entrato nella sua fase operativa, siano utilizzate bene. Una pioggia di miliardi in tutto il vecchio Continente che non possono che far gola alla criminalità organizzata. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina

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