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Dramma migranti, bambina di 6 mesi muore in hotspot Lampedusa

L'operazione di soccorso avvenuta la scorsa notte a largo di Lampedusa, in area di responsabilità SAR italiana, condotta da due motovedette della Guardia Costiera, in cui sono stati tratti in salvo 305 migranti che erano su un barcone di 15 metri a circa 20 miglia dalle coste italiane. Tra le persone soccorse anche 17 donne e 6 minorenni, 21 gennaio 2022. L'intervento, spiega la Guardia Costiera, "è stato particolarmente complesso a causa delle ridotte dimensioni dell'unità e dell'eccessivo numero di persone presenti a bordo che avrebbero potuto determinare il capovolgimento dell'unità alla deriva". ANSA / Guardia Costiera +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Una bambina di sei mesi, sbarcata ieri pomeriggio insieme con la madre a Lampedusa tra un gruppo di migranti, è morta nell’hotspot di contrada Imbriacola. La piccola non sembrava stare male e dopo l’approdo è stata portata nella struttura di primissima accoglienza. Poche ore fa, la tragedia. Forse un problema congenito o un malore improvviso. I medici stanno cercando di capire e relazioneranno a Prefettura e Procura di Agrigento.

In mattinata un'altra tragedia

La notizia di due bambini di 4 mesi e 6 anni dispersi nell’ennesimo naufragio al largo di Lampedusa, che conta anche altri due dispersi, è «una tragedia inaccettabile». Lo affermano l’Unicef e Save the Children. «I genitori, originari della Costa d’Avorio - spiegano le due organizzazioni - soccorsi ieri e giunti sull'isola hanno confermato la perdita dei loro figli nel tentativo disperato di raggiungere l’Europa per cercare un futuro possibile, spezzato dal drammatico naufragio. Si tratta del secondo naufragio al largo dell’isola accaduto negli scorsi due giorni, che conferma come il Mediterraneo centrale sia tra le rotte migratorie che causano il numero più elevato di vittime, tra cui donne e minori. E’ necessaria un’assunzione di responsabilità condivisa tra gli Stati membri e le istituzioni europee che disponga un meccanismo coordinato e strutturato di ricerca e salvataggio delle persone in difficoltà in mare, agendo nel rispetto dei principi del diritto internazionale, e che si ponga l’obiettivo di garantire vie sicure e legali per l’ingresso in Europa».

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