
Resta in carcere con l’accusa di associazione mafiosa e procurata inosservanza di pena aggravata il geometra Andrea Bonafede che ha prestato l’identità al boss Matteo Messina Denaro e ha acquistato per suo conto la casa in cui il padrino ha trascorso gli ultimi mesi della latitanza. Lo ha deciso il tribunale del Riesame che ha respinto il ricorso contro la misura cautelare presentato dal legale dell’indagato. L'accusa era rappresentata dal pm Piero Padova.
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