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Inchiesta sul Consorzio autostrade, revocati i domiciliari per Gaspare Sceusa

Revocati gli arresti domiciliari per l'ing. Gaspare Sceusa, il funzionario 67enne in pensione del Consorzio autostrade siciliane originario di Barcellona Pozzo di Gotto, che è indagato nella recente inchiesta della Dia sull’appalto da nove milioni di euro per il servizio antincendio nelle quaranta gallerie autostradali di A18 e A20 in Sicilia. Il gip Monica Marino ha accolto la richiesta di attenuazione della misura cautelare presentata dai suoi legali, le avvocate Francesca Bilardo ed Elena Montalbano, e ha deciso in sostituzione per l'ex funzionario la misura dell'obbligo di dimora a Messina.

Nei giorni scorsi  la sezione operativa di Messina della Dia aveva eseguito un’ordinanza cautelare siglata dal gip Marino su richiesta della Procura, nei confronti di 4 persone, accusate in concorso di "Turbata libertà della scelta del contraente". Oltre all'ex dirigente del Consorzio autostradale sono coinvolti tre imprenditori, tutti inseriti nell’ambito delle forniture di servizi autostradali: il milazzese 54enne Francesco Duca, «socio occulto» di una delle imprese aggiudicatarie, un altro milazzese, il 44enne Giuseppe Trifilò, «coadiutore del Duca», e il leccese 54enne trapiantato a Milano Pietro Paolo Rampino. Era lui il titolare delle ditte “da inserire”, ed è amministratore delegato della Ok-Gol srl, poi divenuta Ro.S.S.- Road Safety Service s.r.l.. Due imprenditori, Duca e Trifilò, sono attualmente ai domiciliari, il terzo, Rampino, è stato destinatario dalla misura interdittiva del divieto di esercitare o ricoprire uffici direttivi in imprese per sei mesi.

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