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Sanità, in Sicilia centinaia di milioni da recuperare

I conti non tornano alla luce del documento lasciato al governo Schifani dall’ex dirigente regionale, Mario La Rocca

C’è un nuovo buco nei conti della sanità pubblica siciliana. Eredità di manovre messe in atto nell’ultima parte della scorsa legislatura ma che costringerà l’attuale governo a un giro di vite sulle spese che deve essere quantificato in questi giorni. Nella visione più ottimistica ci sarà da recuperare nel corso dei prossimi mesi fra i 200 e i 250 milioni. Ma c’è un documento riservatissimo che è arrivato sui tavoli degli assessori al Bilancio e alla Sanità che indica in quasi 400 milioni la cifra da recuperare da qui a fine anno.
Il documento che ha fatto scattare l’allarme è una nota che l’ex direttore della Pianificazione strategica dell’assessorato alla Sanità, Mario La Rocca, braccio destro di Ruggero Razza, ha lasciato agli atti per fare il punto sulla situazione economica del settore.
Una decina di pagine in cui è facile individuare un filo conduttore: nel 2022 il bilancio della sanità ha goduto di entrate extra - legate alla gestione dell’emergenza Covid - che non ci saranno nel 2023. Dunque, con un budget generale ridotto, bisognerà tagliare le spese in misura corrispondente.
La nota è da qualche giorno sul tavolo degli assessori alla Sanità, Giovanna Volo, e all’Economia, Marco Falcone. E ne ha conoscenza anche il presidente della commissione Sanità dell’Ars, il leghista Pippo Laccoto, che è pronto a convocare in governo in audizione per verificare gli effetti di una manovra correttiva che toccherà prevedibilmente corde molto sensibili del sistema sanitario: in primis i contratti dei precari ed eventualmente anche i finanziamenti al settore privato.

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