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Piantedosi visita Lampedusa con la commissaria europea Johansson, sul piatto la sfida rimpatri

Il ministro vuole premere sul piano delle "procedure accelerate di frontiera" per rimpatriare velocemente i migranti economici, quelli cioè che non ottengono la protezione internazionale e provengono da Paesi 'sicuri'

Piantedosi

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e la commissaria europea agli Affari Interni Ylva Johansson in visita lampo all'interno dell'hotspot di Lampedusa. La Croce Rossa italiana e la polizia li hanno accompagnati lungo i viali e i padiglioni che ospitano i migranti.

Una struttura, quella di contrada Imbriacola, apparsa lucida ed in ordine. Ma solo venerdì scorso le presenze nel centro erano oltre 3.300 - a fronte di una capienza di 400 posti - e c'è voluto un imponente sforzo logistico per trasferire le persone sulla terraferma. Ieri nessuno sbarco sull'isola, ma al Viminale non si fanno illusioni e per questo Piantedosi vuole premere sul piano delle "procedure accelerate di frontiera" per rimpatriare velocemente i migranti economici, quelli cioè che non ottengono la protezione internazionale e provengono da Paesi 'sicuri'.

"Una cosa bisogna dirla: questa (dell'immigrazione ndr) non è solo una sfida italiana, ma europea. Non siete da soli". Lo ha sottolineato rivolgendosi ai lampedusani la  Johansson, nel corso della conferenza stampa con il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. All'incontro era presente il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino. "L'Italia è sempre sotto una fortissima pressione migratoria e quest'anno è cresciuta moltissimo, sono arrivati fino ad ora più di 65 mila migranti e molti di questi sono arrivati qui a Lampedusa. L'Italia sta cercando di far fronte in tutti i modi, ha anche varato una nuova legislazione", ha proseguito la commissaria europea agli Affari Interni, durante la conferenza stampa tenuta all'hotspot di contrada Imbriacola dopo la visita fatta assieme al capo del Viminale Matteo Piantedosi. "Ho visto quello che ha fatto la Croce Rossa, ha migliorato le condizioni di questo hotspot in pochissimo tempo", ha aggiunto.

"Non ci sono soluzioni miracolose per risolvere il fenomeno delle migrazioni, ma stiamo costruendo qualcosa che possa consentire una gestione più ordinata del fenomeno che mette insieme aspetti umanitari ma anche di sicurezza". Lo ha detto il capo del Viminale, Matteo Piantedosi. Seduto nelle prime file, ad ascoltare le parole del ministro dell'Interno, anche il commissario straordinario per l'emergenza immigrazione clandestina, il prefetto Valerio Valenti. "Rimaniamo convinti della necessità di combattere senza alcun condizionamento i traffici internazionali di esseri umani. Questo non si vedrà qui, o non si vedrà solo qui, - ha aggiunto il ministro Piantedosi - . Ma sarà sempre al primo posto e so che è anche un obiettivo della commissione europea e dell'Unione Europea che vuole condividere con l'Italia".

Intanto altri 63 migranti, fra cui 4 donne, sono sbarcati a Lampedusa dopo che il loro barchino di 7 metri è stato soccorso, in area Sar, dalla motovedetta Cp305 della Guardia costiera. Natante che anche in questo caso è stato lasciato alla deriva. I migranti, originari di Eritrea, Bangladesh, Siria, Egitto, Sudan, Nigeria e Gambia hanno dichiarato di essere partiti da Zuwara in Libia. All'hotspot di contrada Imbriacola, dove sono stati trasferiti, sono giunti poco prima che arrivassero il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e la commissaria europea agli Affari Interni, Ylva Johansson. Prima dei 63 erano stati soccorsi, durante la notte, altri 43 migranti.

La commissaria Johansson è impegnata a visitare i luoghi maggiormente sottoposti alla pressione migratoria: in precedenza è stata alle Canarie e sull'isola di Lesbo. Lampedusa è il punto più caldo per la rotta che attraversa il Mediterraneo centrale. La struttura di Contrada Imbriacola dall’1 giugno è gestita dalla Croce Rossa e sono state apportate migliorie, dall’aumento delle brandine e dei bagni all’allestimento di spazi dedicati alla donne ed ai minori alla raccolta differenziata dei rifiuti.

Se il freno alle partenze si scontra con la complicata situazione in cui versano Libia e Tunisia, la scommessa del governo è quella di dare applicazione concreta al decreto Cutro nella parte che introduce, appunto, le procedure accelerate di frontiera. Si tratta, ha sottolineato il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, di «una grandissima opportunità per incrementare i rimpatri e quindi le espulsioni verso i Paesi di origine sicuri di quei richiedenti asilo che non scappano da guerre e persecuzioni». In sostanza, per chi sbarca da Paesi inseriti nella lista dei 'sicuri' ci sarà un esame veloce delle domande di protezione internazionale presentate direttamente alla frontiera o in zone di transito. Durante l’esame il giudice può convalidare il trattenimento del migrante in apposte strutture: i Centri di permanenza per il rimpatrio attualmente operativi che si punta ad incrementare attivando aree apposite anche negli hotspot più interessati dagli arrivi, in Sicilia ed in Calabria. I giudici dovranno pronunciarsi velocemente anche sull'eventuale ricorso contro il rigetto della domanda.

Proprio per il coinvolgimento dei magistrati Piantedosi ha attivato un tavolo con il guardasigilli Carlo Nordio, in modo da velocizzare i tempi. Tra i Paesi sicuri c'è anche la Costa d’Avorio, in testa tra gli arrivi di quest’anno (8mila) e la Tunisia (4.400). Queste misure, ha sottolineato Molteni, «non ledono i diritti dei migranti anzi, sono un grande vantaggio per velocizzare le procedure, nell’ambito ovviamente delle garanzie previste, ed evitare che gli stessi migranti rimangano incastrati nel limbo infernale delle procedure d’asilo per anni». Storicamente, però, la gestione dei Cpr è stata sempre complicata, con rivolte e danneggiamenti all’ordine del giorno. Ieri è toccato al Centro di Caltanissetta, dove una cinquantina di ospiti della struttura ha protestato contro il trattenimento e l’imminente rimpatrio, lanciando sassi contro le forze dell’ordine e incendiando materassi all’interno dei padiglioni. L’intervento di polizia e carabinieri ha scongiurato il peggio.

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