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Nel grande spreco della Regione siciliana anche i fondi destinati all’istruzione e alla povertà

Nel cassetto sono rimasti, intatti da 9 anni, i 49 milioni e 495 mila euro destinati alla lotta alla povertà. E anche buona parte del budget che doveva portare la Sicilia ad avere scuole migliori e un sistema di formazione più efficace: 46 milioni e 153 mila euro. Tutti soldi che la Regione siciliana a fine anno dovrà restituire a Bruxelles. A meno che la stessa Commissione Ue non approvi il piano di salvataggio varato in extremis dalla giunta Schifani.
In ogni caso, il risultato dei programmi varati nel 2014, quando arrivarono dall’Ue 4,2 miliardi da spendere entro la fine di quest’anno, resteranno più che deficitari. Il caso dei fondi destinati a contrastare l’aumento della povertà è uno di quelli che meglio illustrano la paralisi alla Regione e nei Comuni che ha mandato in fumo fra il 2014 e quest’anno contributi europei per un miliardo e 75 milioni, come evidenziato dalla relazione del dirigente della Programmazione, Vincenzo Falgares.
Nel piano contro la povertà rientrava anche la costruzione di un sistema di assistenza sociale che alleviasse i disagi delle famiglie. Uno dei capitoli di investimento prevedeva la costruzione di asili, centri ludici, servizi integrativi per la prima infanzia, ludoteche, centri diurni per minori e comunità educativa. Ebbene, il monitoraggio condotto dal nuovo governo evidenzia che poco o nulla di tutto ciò è stato realizzato negli anni scorsi. Al punto che la dotazione finanziaria di questo capitolo viene ridotta da 44,8 milioni a 20,5. La differenza sono i soldi che la Regione sicuramente non riuscirebbe a spendere entro fine anno e che dovrebbero essere restituiti a Bruxelles, a meno che non passi il piano di Schifani che prevede di dirottare queste somme sull’Irfis per finanziare contributi a famiglie e imprese.
Un altro capitolo del piano fallito destinava 18 milioni e mezzo ai servizi di cura per persone non autosufficienti e anziani. I due terzi di questo budget sono rimasti nei cassetti e ora la Regione è costretta a ridurre lo stanziamento a soli 6,4 milioni. Allo stesso modo i progetti per i servizi territoriali di assistenza non ospedaliera restano al palo e il budget del settore scende da 8,5 milioni a 4. La differenza segnala ancora la quota a rischio restituzione a Bruxelles.

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