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Sicilia, la prima campanella è suonata da giorni ma per agli studenti con disabilità mancano i servizi

La scuola è cominciata, ma gli studenti disabili della Sicilia sono senza servizi e, probabilmente, destinati a restare a casa per lungo tempo. Accade ogni anno nell’Isola, e la politica sembra rendersene conto solo a settembre: «Stiamo predisponendo un emendamento da ben sei milioni di euro per consentire l’avvio del servizio di assistenza agli alunni disabili nelle scuole superiori di tutte le province dell’Isola», ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. «Un dovere morale, prima ancora che una prescrizione di legge - ha aggiunto - per garantire a tutti i ragazzi eguali condizioni di accesso al diritto all’istruzione, ma anche maggiore serenità per centinaia di famiglie che già affrontano quotidianamente situazioni molto complesse».
L’emendamento giunge ad anno scolastico già avviato, e questo perchè - spiega all’AGI Leonardo Alagna, insegnante di sostegno dell’Osservatorio diritti scuola che insieme ai Cobas si batte da tempo per una normativa stabile e certa - ogni anno devono esere stanziati i soldi per i servizi integrativi aggiuntivi e migliorativi (Siam). Tutto è frutto di un’ambigua sentenza del Cga che spinse a individuare la figura dell’assistente ingienico personale nei bidelli, ma fu uno sbaglio perchè per i disabili, anche gravissimi, serve un’assistenza specialistica. Invece di fare una nuova legge, hanno introdotto i Siam con linee guida che introcono un rapporto numerico tra figure specialistiche e numero disabili a scuola» con il risultato che numerosi disabili che avrebbero bisogno di un assistente ciasuno restano senz'aiuto.

Nei giorni scorsi, oltre ai Cobas era stata la Cgil a sollevare il tema: «Anche quest’anno l’assessorato regionale alla famiglia non sta affrontando con la tempestività necessaria il tema dei servizi integrativi, aggiuntivi e Asacom (assistenti all’autonomia e alla comunicazione) per alunni e studenti disabili gravissimi. I finanziamenti mancano e i sindaci e i commissari delle città metropolitane si troveranno a dovere decidere se avviare o meno questi servizi in maniera discrezionale, col rischio concreto che questi studenti non siano messi nelle condizioni di partecipare alle lezioni», avevano affermato il segretario confederale regionale Cgil, Francesco Lucchesi e il responsabile del sindacato per le politiche per la disabilità Francesco Gangemi. «Il servizio di cui parliamo - avevano sottolineato- è essenziale per garantire l’effettiva partecipazione degli studenti diversamente abili gravissimi a tutte le attività didattiche» e che «in materia la regione ha competenza esclusiva. E’ quindi inaccettabile che questo servizio venga lasciato alla discrezionalità delle istituzioni territoriali, che venga garantito quindi solo a macchia di leopardo, con un governo regionale che legifera, emana circolari e poi sulla loro efficacia si lava le mani».
Una settimana fa l’assessorato alla Famiglia aveva liquidato a città metropolitane e liberi consorzi risorse relative al passato anno scolastico. «Quest’anno - hanno ribadito Lucchesi e Gangemi- si sta riproponendo la stessa situazione e questo è inaccettabile perchè lede il diritto allo studio di tante ragazze e tanti ragazzi che non potranno iniziare subito l’anno scolastico».

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