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A Lampedusa notte di tregua e sbarchi in mattinata. Migranti tra i turisti in cerca di cibo

Non ci sono stati sbarchi durante la notte a Lampedusa. Dopo 48 ore di caos e l’approdo di 2.154 migranti ieri (con 51 barchini) e di altri 5.112 con 110 natanti martedì, le ultime ore - ad eccezione dei 135 migranti giunti in mattinata - sono state di assoluta tregua. All’hotspot sono presenti, al momento, oltre 4.500 migranti. Anche oggi, su disposizione del commissario per l’emergenza immigrazione Valerio Valenti e del prefetto di Agrigento Filippo Romano, sarà una giornata da tour de force per i trasferimenti. Quasi duemila persone lasceranno l’isola: 453 con nave dedicata al trasferimento, la «Lampedusa», andranno a Trapani; 480 con nave dedicata «Veronesi» verranno trasferiti ad Augusta, 700 con il traghetto di linea Galaxy che farà rotta su Porto Empedocle e 300 con nave militare Orione che farà rotta su Catania.

Sono intanto in partenza da Porto Empedocle le prime squadre di tecnici e volontari provenienti da ogni provincia siciliana equipaggiati con materiali, mezzi e attrezzature per aiutare a fronteggiare la situazione di eccezionale affluenza a Lampedusa. La Protezione civile regionale, su impulso del governatore Renato Schifani, ha raccolto la richiesta avanzata in queste ore dal sindaco dell’isola e dalla prefettura di Agrigento per assicurare alloggio e un ricovero temporaneo consono ai tanti migranti che stanno raggiungendo le coste italiane, così come prevedono le normative umanitarie e internazionali. Lo ha disposto il dirigente generale della Protezione Civile della Presidenza della Regione Siciliana, Salvo Cocina, rivolgendosi, in una nota, ai dirigenti territoriali del Dipartimento.

Migranti si allontano dall'hotspot in cerca di cibo

Con sacchetti di plastica in mano o con la classica busta che gli viene data all’hotspot, decine e decine di migranti ieri sera si aggiravano a Lampedusa lungo via Roma, il corso principale del paese. Tutti giovani, molti dei quali minorenni, sono riusciti ad allontanarsi dall’hotspot quando, nel tardo pomeriggio, c'è stato un momento di caos proprio durante la distribuzione dei pasti. I migranti in giro per Lampedusa, molti dei quali tenevano stretta fra le braccia una bottiglia d’acqua minerale da 2 litri, non hanno creato fastidi né problemi d’ordine pubblico: cercavano soltanto qualcosa da mangiare in mezzo ai tanti turisti in vacanza sull'isola. Con difficoltà, visto che non parlano italiano, hanno cercato di informarsi sul costo della pizza o di un panino. Un ragazzo si è anche stupito del fatto che una bottiglietta di mezzo litro di acqua minerale costasse 2 euro. La Croce Rossa italiana e la polizia, per tutta la notte, hanno setacciato ogni angolo di Lampedusa e sono riusciti a convincere molti di loro a rientrare all’hotspot di contrada Imbriacola.

"Grazie per averci curato"

«Vi ringraziamo molto per le cure nei nostri confronti e per la vostra ospitalità. Vi siamo molto grati e speriamo di non essere stati un peso per voi». Comincia con queste parole la lettera che due giovani nordafricani, sbarcati alcuni mesi fa a Lampedusa, hanno voluto scrivere ai sanitari del reparto di Nefrologia dell’ospedale Civico di Palermo diretto dal dottor Angelo Ferrantelli. I due migranti, che nel loro Paese erano già sottoposti a dialisi, sono arrivati in ospedale malnutriti e in precarie condizioni di salute a causa delle difficoltà affrontate nel corso del viaggio e della traversata del Mediterraneo. Con il passare dei giorni hanno iniziato a comunicare e ad avere fiducia nelle cure dei medici. Due giorni fa sono stati dimessi: saranno ospitati presso una casa famiglia adiacente all’ospedale per proseguire con la dialisi in attesa di essere inseriti in lista per un trapianto renale. Prima di lasciare il reparto hanno voluto però ringraziare il personale con una lettera in cui esprimono tutto il loro affetto: «siete come la nostra famiglia» hanno scritto con il disegno di un grande cuore. Proprio in questi giorni nel reparto di nefrologia sono stati eseguiti due trapianti renali a due giovani che adesso non faranno più' la dialisi. Un intervento reso possibile dalla volontà del donatore, che in vita aveva espresso il consenso per la donazione degli organi, e grazie alla generosità' dei suoi congiunti.

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