Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Caro-voli, tanto rumore per nulla. È già stangata sulle rotte da e per la Sicilia

Lo scenario amaro per studenti e lavoratori che torneranno per Natale. Tariffa record sulla linea Torino-Palermo della Ryanair (553 euro) Il pressing dei governi nazionale e regionale? Aria fritta

Ci risiamo. Certo, forse non ancora ai livelli stellari raggiunti a cavallo tra dicembre 2022 e lo scorso gennaio, ma se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, allora, considerando che siamo solo ai primi di novembre, per i siciliani e per i turisti diretti sull’Isola si prospetta un altro Natale di fuoco sul fronte del caro-biglietti aerei. A delineare il quadro, per adesso a tinte fosche, sono le simulazioni di volo effettuate ieri dal nostro giornale, non sulla cloche di un Boeing ma più comodamente al computer, sui siti web delle principali compagnie che collegano gli scali di Palermo e Catania con le città più grandi d’Italia, pensando, più che al visitatore ammaliato dalla Sicilia, al lavoratore o allo studente fuori sede che hanno la possibilità di tornare a casa per godersi le festività natalizie, non in modalità «cotta e mangiata» ma per un periodo di lungo relax, dal 22 del prossimo mese fino al giorno dopo l’Epifania, e ovviamente con valigia al seguito, oltre al piccolo bagaglio a mano, e un ticket di andata e ritorno.
Ebbene, la tariffa record se la aggiudica la linea Torino-Palermo della Ryanair, con 553 euro, mentre la Milano-Palermo e la Milano-Catania, sempre con il logo della compagnia irlandese cosiddetta «low-cost», costano già, rispettivamente, 475 e 524 euro, per non parlare della Venezia-Palermo, ad euro 485. Si tratta di quote doppie rispetto al prezzo medio dei biglietti disponibili per le mete del continente europeo, come per esempio la Palermo-Londra, che nel periodo considerato viene 239 euro. Ma al di là dello stupore iniziale, far notare il gap con le tratte estere, il triplo più lontane della città meneghina rispetto alla Sicilia, è forse poco utile, perché in questi casi, più che la distanza, conta la richiesta di mercato, e la linea Milano-Palermo a quanto pare è più gettonata della Londra-Palermo. Meglio concentrarsi, dunque, sui voli domestici, che però, se ci sposta di compagnia, in tema di costi non cambiano più di tanto, se non al rialzo.
Ita, ad esempio, per un Roma-Palermo andata e ritorno, 22 dicembre-7 gennaio, chiede 427 euro, e stiamo parlando della tariffa economica, altrimenti il picco sale fino 200 euro in più. Per la Milano-Palermo, invece, il vettore italiano offre 500 euro come per la Milano-Catania, salendo invece fino 534 euro per la Bologna-Palermo. E attenzione, non va molto meglio nell’altra compagnia di bandiera, la Aeroitalia, fortemente voluta nell’Isola dal presidente della Regione, Renato Schifani, per spezzare il presunto cartello Ryaniar-Ita sul quale l’Antitrust sta ancora indagando dopo gli esposti inviati dal Codacons e da Palazzo d’Orleans. Già, perché il vettore gestito da Gaetano Intrieri, che lo scorso maggio si era impegnato a non superare il tetto di 150 euro a volo per la tariffa base sulla Roma-Palermo, e che di media non va oltre le 80 euro a ticket per viaggio, evidentemente per le festività natalizie si sta adeguando alla concorrenza, a cominciare proprio dalla linea Fiumicino-Punta Raisi, che a tariffa media (con valigia a bordo) per un’andata più ritorno viene 365 euro, mentre per la sola andata del 22 dicembre, a tariffa base, con 199 euro richieste è stata già superata l’asticella promessa delle 150 euro.
Ma si sale ancor più di quota sulla Milano-Catania: 495 euro con bagaglio. Il motivo? «È la legge del mercato. Evidentemente, nelle tratte considerate, sia gli aerei di Aeroitalia che quelli di Ita e Ryanair sono quasi pieni, e quindi il prezzo lievita. D’altronde, studenti e lavoratori sanno bene che conviene staccare il biglietto non a ridosso della partenza». Parola di Vito Riggio, amministratore delegato di Gesap, la società di gestione del Falcone e Borsellino, che ha chiuso ottobre con altri record, ossia con 780.916 passeggeri (+13,2% sul 2022) e, secondo uno studio del Corriere della sera, con la tratta più remunerativa d’Italia: la Roma Fiumicino-Palermo, linea da 8,7 milioni di euro al mese. Per Riggio, però, la legge di mercato «non può giustificare il rincaro dei voli sotto festività: servono soluzioni. Quali? Il decreto varato dall’Esecutivo nazionale per frenare gli algoritmi dei vettori» - poi smussato da Roma - «sembra non essere servito a molto. Bisogna puntare sulla concorrenza». Ma sul tavolo di Schifani, che a settembre si è riappacificato con i vertici di Ryanair aprendo al dialogo, è (quasi) pronta un’altra carta da giocare: quel bonus sconto per i siciliani che viaggiano in aereo, ventilato a inizio mandato e promesso entro il primo anno di amministrazione. Il decreto potrebbe andare in porto la prossima settimana.
Intanto, il segretario del Codacons, il giurista Francesco Tanasi, torna all’attacco, perché «ancora una volta i cittadini che vogliono raggiungere la Sicilia durante le festività sono costretti a subire tariffe astronomiche. Gli impegni assunti dal governo nazionale e regionale non sembrano aver portato ad un risultato concreto, e per questo invieremo una nuova segnalazione all’Antitrust».

Caricamento commenti

Commenta la notizia