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Nuovo Piano rifiuti in Sicilia: una rivoluzione per superare l’emergenza che riguarda gran parte dell’Isola

Ora c’è un nuovo piano rifiuti che contempla la possibilità di realizzare due termovalorizzatori insieme a una dozzina di impianti per il compostaggio e altrettanti per la produzione di biometano. E così il progetto del governo Schifani per superare l’emergenza inizia a prendere forma. Anche se i tempi per arrivare ai primi bandi non si annunciano brevissimi: passerà almeno un anno prima che possa essere avviata la macchina degli appalti.
I termovalorizzatori saranno il terminale di un processo di smaltimento che è descritto nel piano che l’assessore Roberto Di Mauro ha portato ieri a Palazzo d’Orleans per un vertice convocato dal presidente Schifani.
Tornano in discussione le due aree individuate dalla vecchia giunta Musumeci: Gela e Pantano d’Arci nel Catanese. «Si riparte da capo e si punterà su due nuove aree a Palermo e Catania - spiega Di Mauro -. Verrà fatto un confronto con i sindaci per individuare le sedi più appropriate». Tornano d’attualità le aree industriali, quella di Termini Imerese in primis. Si vedrà. Di Mauro è arrivato a Palazzo d’Orleans forte di una intesa firmata da tutte le Srr per realizzare i termovalorizzatori. Secondo il piano dovranno smaltire circa 300 mila tonnellate all’anno ciascuno di rifiuti residuali. «In questi impianti - aggiunge Di Mauro - finirà ciò che residua dalla differenziata e poi dalla separazione della frazione secca dell’indifferenziato». E qui si entra nei dettagli del piano. Secondo cui l’attuale 50% di raccolta differenziata crescerà nei prossimi anni fino al 65%. Il 35% residuale finirà in impianti di compostaggio, destinatari della frazione umida (ne sono previsti un minimo di 9 e un massimo di 12) e in quelli che produrranno biometano (evoluzione dei termovalorizzatori e di cui nel piano si prevedono 9 o 12 esemplari). Ci saranno poi vari nuovi impianti di Tmb, per la separazione dei rifiuti che producono percolato.
Il piano prevede il recepimento di due direttive europee, la 851 e la 852, che impongono alle produzioni industriali di impiegare materiali riciclabili per fare in modo che quanti più componenti siano riutilizzabili abbassando così il costo delle materie prime.

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