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Sciopero contro il governo Meloni, la Sicilia in piazza chiede la svolta

No alla manovra economica del governo Meloni, occorrono politiche sociali per dare respiro alle categorie dei tartassati, quelli che sopportano il peso dei sacrifici economici.
In migliaia (diecimila secondo gli organizzatori), provenienti da tutta la Sicilia, hanno sfilato fino al centro storico e a piazza Archimede per chiedere che la manovra finanziaria sia cambiata, perché lascia aperte troppi questioni: dai salari alle pensioni, dalla sicurezza al fisco. Uil e Cgil scendono in piazza per rappresentare il proprio dissenso: per 8 ore, sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori della Sicilia.
«La piazza, la partecipazione per noi è strumento di democrazia. Non rispondiamo alle polemiche sui numeri e sulle altre cose: c'è ancora spazio in questo Paese per la rappresentanza democratica di un pensiero che non sia completamente allineato», afferma il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, che a Siracusa è in testa al corteo. E in merito alla mancata partecipazione della Cisl, aggiunge: «In questo Paese c'è il pluralismo sindacale, ci sono sensibilità e storie diverse per fortuna, non c'è un sindacato unico. Quindi il rispetto per chi fa scelte diverse ma lo stesso rispetto per i lavoratori e lavoratrici che stanno in piazza oggi».
Sono arrivati da tutta la Sicilia: bandiere, cappellini, bandana, un segno istintivo per il piacere di esserci.
«Chiediamo il cambio di questa manovra - ha detto il leader della Uil - innanzitutto perché c’è una questione che riguarda i salari e le pensioni che hanno subìto una perdita del potere d’acquisto del 15 per cento. C'è un tema che riguarda il fisco, le tasse le pagano sempre gli stessi e c'è un tema che riguarda le pensioni: il grande bluff di questa manovra. La verità è che si continua a morire sul lavoro, le tasse continuano a pagarle sempre gli stessi e, ancora una volta, si fa cassa sulle pensioni, con risparmi a carico di lavoratori e pensionati di 68 miliardi. E ancora: che fine hanno fatto le politiche per il Mezzogiorno? Come si evita la fuga di tanti nostri ragazzi, visto che oggi in Sicilia il numero dei pensionati ha eguagliato quello dei lavoratori?».

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