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Servizi idrici in Sicilia: tanti i milioni a rischio, scatta il Piano anti-ritardi. A giorni il bando per Messina

Di Mauro: «Alcune gare vanno a passo di lumaca»

«A Siracusa possiamo chiudere la gara in due mesi. A Messina pubblicheremo il bando a giorni. E a quel punto resterà da recuperare solo i ritardi, per la verità enormi, su Trapani. Poi potremo finalmente avere i gestori dei servizi idrici in tutte le province e così la Sicilia sarà nelle condizioni di non perdere fondi europei che valgono 182 milioni, più tutte le risorse del Pnrr e degli altri programmi comunitari che valgono altri 519 milioni». Seduto nel suo ufficio in viale Campania, l’assessore all’Acqua e Rifiuti, Roberto Di Mauro, ha sul tavolo la relazione sullo stato dell’arte in uno dei settori più critici della Regione.

Il Piano che l’assessore sfoglia indica innanzitutto due obiettivi: «La Commissione europea – si legge nelle premesse – ha subordinato il riconoscimento dei fondi nel settore idrico all’adozione da parte delle Ati (equivalenti agli Ato del settore rifiuti, ndr) dei piani d’ambito che regolano gli investimenti e le relative tariffe».

Il problema è che in Sicilia solo alcuni Piani d’ambito sono stati approvati: anche se le procedure sono in fase finale a Messina, Palermo, Ragusa e Siracusa e più in ritardo a Trapani. Ciò su cui la Sicilia è più indietro, in ritardo di un decennio, è l’individuazione dei soggetti che dovranno gestire il servizio idrico a livello provinciale. E su questo punto che Di Mauro sta provando a imprimere un’accelerazione sciogliendo innanzitutto un primo nodo: «La formula suggerita dalla Regione è quella della società mista in cui i privati hanno il 49% e i Comuni associati il 51%. Così i sindaci risparmieranno su personale, interventi, costi di energia e di recupero delle bollette evase e l’efficienza del servizio verrà garantita dai privati». Che a loro volta beneficeranno di investimenti pubblici per nuove reti idriche e fognarie che valgono 182 milioni di fondi Fesr della programmazione 2021-2027 e 519 milioni frutto di altre fonti extra regionali.

Il punto è che adesso Di Mauro deve fare i conti con i ritardi nell’individuazione dei gestori dei servizi idrici. Al momento solo Palermo, Ragusa e Agrigento hanno mantenuto la vecchia formula del servizio in house (nel caso del Capoluogo affidato ad Amap), le altre Province si sono orientate sulla società mista. Che adesso va costruita con le gare per individuare il socio privato. E qui scatta l’accelerazione su Siracusa, Messina e Trapani che Di Mauro sta provando a imprimere. Mentre su Catania è in corso una battaglia legale che rende la partita complicata anche se alle fasi finali. Se non si superano i ritardi in queste quattro province i finanziamenti pubblici restano bloccati.

E qui cominciano a emergere i problemi. In particolare a Siracusa, dove la gara per individuare il socio privato è stata fatta qualche mese fa ma è finita con una guerra di ricorsi fra due colossi del settore: i francesi di Suez e Ireti, nomi che rendono evidente l’interesse ad acquisire queste gestioni. Il Tar ha respinto il ricorso di Sue e deve pronunciarsi a breve su quello di Ireti. E così Di Mauro si sbilancia: «Entro il mese di gennaio potremo insediare la commissione che valuterà le offerte di gara e in un paio di mesi arrivare all’aggiudicazione».

A Messina la situazione è altrettanto complicata. Perché a opporsi, con ricorsi al Tar, all’affidamento a privati sono stati alcuni dei Comuni del territorio. La Regione è andata a vanti ugualmente ma la gara bandita a giugno non è andata in porto. Ora però Di Mauro è pronto a riprovarci: «Pubblicheremo il nuovo bando a giorni». Da lì scatterà un cronoprogramma già fissato nella relazione che l’assessore ha sul tavolo e che indica il traguardo nel Messinese ad aprile del 2025.

Resterà a quel punto solo la grana Trapani. Lì è stato bocciato il Piano d’ambito e le divergenze fra Regione e Comuni hanno impedito di predisporre perfino gli atti preparatori alla gara per il socio privato. Per questo motivo Regione e ministero dell’Ambiente stanno cercando soluzioni. Di Mauro è però sicuro di poter chiudere tutte le gare entro un anno o poco più: «A quel punto avremo in Sicilia un servizio industriale ed efficiente in cui i Comuni mantengono un ruolo di controllo e indirizzo lasciando ai privati la gestione».

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