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Rispetto al 2023, meno 23% di acqua nelle dighe della Sicilia

Dati drammatici rilevati nell’ultimo Report dell’Autorità regionale di bacino, a giustificare la dichiarazione dello stato di emergenza

L’Isola si risveglia sotto la pioggia, ma l’incubo siccità continua e se nei primi mesi dell’anno nuovo, nonostante le abbondanti precipitazioni registrate in alcune aree per circa una settimana dopo l’Epifania, gli agricoltori avevano rilanciato l’allarme sullo stato degli invasi siciliani, adesso arriva la conferma ufficiale, che avalla, se ce ne fosse ancora bisogno, la dichiarazione dello stato di calamità naturale ufficializza dalla Regione lo scorso 9 febbraio: considerando tutte le dighe del territorio, manca il 23% di acqua rispetto allo stesso periodo del 2023, e siamo ancora in inverno.
È quanto emerge dall’ultima rilevazione dell’Autorità regionale di bacino, pubblicata venerdì scorso e aggiornata al primo febbraio, che al confronto con un anno fa, in termini assoluti, conta un ammanco di 90 milioni di metri cubi di risorsa idrica: è come se il contenuto di due laghi di medie dimensioni fosse evaporato.
Per capire meglio l’escalation, basta guardare i due report precedenti, elaborati a tra dicembre e gennaio, quando il deficit d’acqua è passato da -13 a -18%, segno che, mentre le temperature si mantenevano sopra la media stagionale e i coltivatori continuavano ad irrigare alcune produzioni come ortive e agrumi, le piogge di inizio anno non sono riuscite nemmeno a scalfire la situazione di siccità severa.

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