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Una fede... rivoluzionaria: suor Maria Tirendi e il suo impegno di delegata episcopale a Messina

Donna e consacrata: un binomio che sembra quasi una sfida, oggi come negli anni Sessanta-Settanta del secolo scorso, quando scegliere di prendere i voti significava rinunciare alla famiglia, ai sentimenti, alla possibilità di occupare un posto in società. Quella di suor Maria Tirendi, 58 anni, religiosa delle Ancelle Riparatrici del SS. Cuore di Gesù, è una storia rivoluzionaria e per questo attuale.

Nata a Maletto, in provincia di Catania, Maria, seconda di cinque figli, cresce tra casa e parrocchia prendendosi cura delle sorelle e del fratello, facendo suoi gli insegnamenti di mamma Vincenza e papà Onofrio, agricoltori dediti al lavoro duro, ai piedi dell’Etna. A 13 anni, concluse le scuole medie, non potendo frequentare le superiori perché fuori dal paese, decide di andare a lavorare nella fabbrica Benetton di Maletto; bravissima nel confezionamento di capi di abbigliamento, Maria arrotondava facendo l’assistente all’infanzia all’Istituto delle Ancelle Riparatrici; nei momenti liberi partecipava agli incontri spirituali e vocazionali.

Un giorno, mentre si trovava a pregare nella cappella, fu esortata da una suora a diventare “la sposa di Gesù”: «Mi guardavo e mi sembrava impossibile poter indossare quelle vesti», racconta Maria, che da quel momento però inizia a condividere con le sorelle la possibilità di seguire quella strada. Un pensiero durato ben poco visto che a 17 anni, a una festa di carnevale conosce e si innamora di un ragazzo che lavorava in Svizzera; nessuno lo sapeva tranne il parroco, suo padre spirituale. Qualche mese dopo, la domenica di Pentecoste a messa, Maria venne “assalita” da una voce che con insistenza continuava a ripeterle: «Io ti ho scelta prima»; in confessione lo disse al parroco il quale per niente stupito rispose «Gesù ti aveva scelta prima del tuo ragazzo».

Da quel momento tutto alla giovane donna apparve chiaro: «Sapevo che la mia destinazione sarebbe stata la famiglia delle Ancelle Riparatrici, ma avevo paura di rivelarlo ai miei genitori e a Giuseppe, che aveva già deciso di volersi presentare in famiglia». Pur se combattuta, si licenzia dalla fabbrica e lascia casa, consapevole che non vi avrebbe più fatto ritorno. Era il 16 agosto 1983 e a seguire la giovane in cerca di Dio c’era padre Salvatore Trifirò che chiese al parroco del paese di rassicurare i genitori, i quali inizialmente non volevano accettare una scelta così radicale di vita sebbene alcuni mesi dopo, alla vigilia del postulantato, riabbracciarono la figlia consapevoli che fosse la sua strada. Nel 1991 Maria emette la professione perpetua consacrandosi a «Colui che l’aveva scelta da sempre».

Oltre a conseguire il diploma magistrale all’Istituto “Madonna della Lettera” e frequentare la facoltà di Teologia a Palermo, Maria riprende l’impegno professionale come docente di religione: «Insegnare ai bambini è il dono più grande che il Signore mi ha fatto». Una lunga carriera la sua, coronata con il coordinamento didattico (ruolo che ad oggi svolge) della scuola dell’infanzia e primaria intitolata al fondatore delle Ancelle Riparatrici, il venerabile “Antonino Celona” in via Nino Bixio, ma soprattutto con la nomina, l’1 gennaio 2022, di delegata episcopale per la Vita consacrata.

È la prima volta a Messina che un arcivescovo sceglie una donna come sua vicaria. «Dio sceglie ciò che nel mondo è piccolo perché appaia che tutto ciò che avviene in noi è opera sua»: è questo il motto di suor Maria Tirendi, che vede nella donna consacrata «il prolungamento della vocazione della Vergine». Per lei è importante che le religiose siano «donne al passo coi tempi, capaci di preservare la propria missione dalle esasperazioni della modernità che nulla offrono alla crescita personale, affrontando le sfide senza paura, con la voglia e il coraggio di costruire sempre qualcosa di grande».

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