Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Ha perso la figlia di 15 mesi nel naufragio, supporto psicologico per madre sotto choc a Lampedusa

Non è riuscita a tenerla stretta a sé. Quando il barchino sul quale viaggiavano si è inabissato, la trentenne del Camerun si è istintivamente aggrappata con un braccio ad uno dei compagni di viaggio e la figlia, di 15 mesi appena, è finita in mare. Nessuno è riuscito a riprenderla: è stata inghiottita dall’oscurità e dalle acque davanti Lampedusa. La piccola è l’ennesima vittima di un esodo inarrestabile.

Appena 5 giorni fa, durante i soccorsi, un barchino carico di migranti si è capovolto e due giovani, anch’essi del Camerun, sono annegati. I loro cadaveri sono stati però recuperati.

Quarantaquattro i migranti, fra cui 11 donne e 3 minori, che sono stati salvati, durante la notte, a seguito del naufragio del barchino di ferro, di 7 metri, salpato da Sfax in Tunisia. Ad intervenire, issando a bordo i migranti che hanno dichiarato di essere originari di Burkina Faso, Guinea Conakry, Mali, Senegal e Camerun, è stata la nave ong «Mare Go» che li ha poi trasbordati sulla motovedetta Cp274 della guardia costiera.

«La barca è affondata dopo che avevamo già dato i giubbotti di salvataggio. Sarebbe stata altrimenti una situazione catastrofica», hanno detto dalla ong tedesca. «Una catastrofe evitabile se le persone avessero avuto libertà di movimento», hanno sottolineato

. La donna, così come gli altri naufraghi, è stata portata all’hotspot. «E' in buone condizioni di salute, ma è visibilmente sotto choc e comprensibilmente traumatizzata. E' stato subito attivato il servizio di supporto psicologico e psicosociale e stiamo cercando di fornirle il massimo livello di attenzione e cura, a lei, così come a tutti gli ospiti dell’hotspot», ha spiegato Nicolò Ricca, responsabile sanitario della Croce rossa. Ore infernali a Lampedusa dove oggi, dalla mezzanotte, ci sono stati 15 sbarchi con un totale di 694 persone. Ieri, invece, nell’arco di 24 ore, dopo 11 approdi erano giunti 408 migranti. Mare Jonio e guardia costiera, in un’operazione congiunta, hanno soccorso a 43 miglia da Lampedusa 59 persone, tra cui 2 donne incinte. Il Rescue Team di Mare Jonio ha stabilizzato la barca in pericolo, ha distribuito i giubbotti di salvataggio e ha trasferito sulla motovedetta della Guardia Costiera Italiana le prime naufraghe.

All’hotspot di contrada Imbriacola, nel pomeriggio, erano presenti 1.161 ospiti. La prefettura, d’intesa con il Viminale, ha disposto il trasferimento di 381 persone che verranno imbarcate sul traghetto di linea che farà rotta verso Porto Empedocle. Il sindaco delle Pelagie Filippo Mannino ha detto: «Sono ripresi gli arrivi. Rispetto all’anno precedente, dal primo gennaio ad oggi, abbiamo avuto un meno 50% e questo rappresenta un’inversione di tendenza. La parola d’ordine è sempre la stessa: il governo non deve farsi trovare impreparato sulla gestione dei migranti a Lampedusa e l’unico modo per non fare andare in tilt il sistema dell’accoglienza, è avere, per come sta avvenendo, trasferimenti veloci dall’isola. Ma servono navi dedicate».

«Scriverò nuovamente a Roma - ha aggiunto - per la questione dei barchini affondati o abbandonati sulle coste, perché è diventato un problema non più procrastinabile, sia per il decoro del territorio che per i danni arrecati ai pescatori». Le carrette arrivate nelle ultime ore hanno preso il largo da Sfax in Tunisia e da Sabratha e Zuara in Libia. Chi parte dalla Tunisia paga mille dinari tunisini per la traversata su piccole imbarcazioni di ferro che faticano a stare a galla e la navigazione è a vista. Chi paga 1.500 dinari invece utilizza gps e app.

Caricamento commenti

Commenta la notizia