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Blitz a Giarre, nella piazza di Junco spaccio a conduzione familiare col placet del clan Laudani: 4 arresti

Sarebbe stata a conduzione familiare la piazza di spaccio di droga - cocaina e marijuana - disarticolata dai carabinieri con l’operazione Tigre Reale nel quartiere "Jungo"  di Giarre (Catania).

Col placet del clan Laudani di Piedimonte Etneo, nello specifico da parte di Antonio Di Mauro - figlio di Paolo, detto «u prufissuri» - responsabile dell’area. Al vertice vi sarebbero stati Maurizio Viscuso e Stefano Mario Sciacca, entrambi raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le indagini hanno accertato la partecipazione all’organizzazione di spaccio anche dei figli di Maurizio Viscuso, Salvatore e Giuseppe - entrambi arrestati - e della moglie, Rosa Arcidiacono, la quale si sarebbe occupata di diffondere le direttive del marito agli altri appartenenti al gruppo.

La rete di vedette sarebbe stata invece gestita direttamente da Rosa Arecidiacono, che avrebbe fornito direttive ben specifiche su come effettuare l’attività di vigilanza e sulle precauzioni da adottare in caso di presenza delle forze dell’ordine. La donna si sarebbe occupata inoltre, in caso di momentanea assenza del marito e del figlio maggiore, di accogliere i corrieri e di ricevere la droga, provvedendo alla pesatura dello stupefacente, nonché aiutando nel successivo conteggio dei guadagni.

Secondo quanto accertato, Giuseppe Viscuso si sarebbe occupato dell’attività di spaccio e del recupero crediti relativo ad alcune consegne di stupefacente; Salvatore, sarebbe stato l’alter ego del padre, accompagnandolo nelle trasferte per il carico dello stupefacente sia nel Giarrese che a Catania, e contrattando insieme a lui il prezzo del quantitativo di droga. Il fratello più grande avrebbe comunque mantenuto un ruolo 'operativo' nell’ambito dell’organizzazione in quanto avrebbe provveduto in prima persona al confezionamento e allo spaccio delle singole dosi di cocaina, trattando in prima persona con gli acquirenti, con la prerogativa di poter applicare eventuali sconti.

Maurizio Viscuso avrebbe inoltre avuto con Antonio Di Mauro continui rapporti di frequentazione, arrivando a chiedere il suo intervento in occasione del suo ferimento dopo una lite per motivi estranei al mondo della droga. In un’altra occasione sarebbe stato lo stesso Di Mauro a chiedere a Maurizio Viscuso di fare da tramite con un noto spacciatore verosimilmente per l’acquisto di una partita di droga. Le indagini hanno fatto luce anche sul pestaggio di uno spacciatore al dettaglio che, nell’agosto del 2020, dopo essersi rifornito presso l’emporio della droga dei Viscuso, avrebbe osato mettere in discussione la qualità e la modalità di taglio dello stupefacente, pretendendo di partecipare alla preparazione della cocaina da vendere per accertarsi di non essere raggirato, sarebbe stato pestato brutalmente.

Mario Sciacca, secondo quanto accertato, sarebbe stato il cassiere dei proventi illeciti ed insieme a Maurizio Viscuso avrebbe messo in piedi un vero e proprio supermarket della droga, fonte giorno e notte di approvvigionamento di cocaina e marijuana, protetto dunque da misure di sicurezza volte a prevenire o eludere eventuali blitz delle Forze dell’Ordine, quali l’installazione di telecamere e la fortificazione della piazza con cancelli, grate in ferro e porte blindate. Durante le indagini - durate dal settembre 2019 al giugno del 2021 - i Carabinieri hanno arrestato 10 pusher per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, sequestrato oltre 1 kg di marijuana e 350 grammi di cocaina e la somma in contanti 1.000 euro.

I provvedimenti sono stati emessi su delega della Procura - Direzione Distrettuale Antimafia, ed eseguiti da oltre 50 militari del Comando Compagnia Carabinieri di Giarre, in collaborazione con reparti specializzati dell’Arma. Le accuse, a vario titolo, vanno dall'associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, a detenzione e spaccio di droga. L’ordinanza è stata emessa dal Gip di Catania. Notificati avvisi di conclusione indagini preliminari ad altre 20 persone, inserite nel medesimo contesto associativo e partecipi di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.

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