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Cinema sociale e talenti del Sud, “Tulipani di Seta Nera”: in lizza sette corti siciliani

Talenti del Sud che fanno delle tematiche sociali e dell’autobiografia principali spunti narrativi, fra gli autori in gara alla sedicesima edizione di “Tulipani di Seta Nera”, Festival Internazionale della Cinematografia Sociale, promosso da Università Cerca Lavoro con Rai Cinema e Rai per il Sociale e ideato dalla biologa Paola Tassone, di Caulonia Marina (Reggio Calabria). In programma dal 4 al 7 maggio a The Space Cinema Moderno di Roma, la manifestazione vede la Sicilia in testa per il maggior numero di presenze, assieme al Lazio, nella sezione Cortometraggi, diretta dalla stessa Tassone, ove sette lavori siciliani e uno calabrese si contenderanno, assieme ad altri titoli da tutta Italia, fino a lunedì, il maggior numero di visualizzazioni sulla piattaforma www.tulipanidisetanera.rai.it, per entrare nella cinquina del Premio Sorriso Rai Cinema Channel.
Dopo i rispettivi secondi e terzi posti dello scorso anno, tornano i registi e attori Angelo Faraci e Giovanni Giuffrè. Palermitano, vincitore del Premio Sorriso nel 2021 con “Regenerate”, Faraci, dopo la Montalbano Elicona di “Provvidenza”, porta sullo schermo Sant’Angelo di Brolo in “Pietrazita”, sulla tematica del femminicidio e della violenza di genere, attraverso la leggenda dei “tesori maledetti”.
Dopo aver affrontato la delicata tematica della perdita in “Tempo di Vita”, il messinese Giuffrèparla di negazionismo in “Non esiste”, cambiamento di prospettiva di un adolescente. Nata a Rovereto da genitori siciliani, Martina Bonfiglio, dopo il premio alla miglior sceneggiatura per “Zagara” nel 2021, torna con “Indélebile”, corto su violenza familiare estereotipi di genere, girato a Catania, già fra i dodici finalisti del premio della giuria.
L’oppressione di una cultura che non consente libere scelte di vita in “Io sono Saman” del vittoriese Nuccio Modica, liberamente ispirato ad una drammatica storia vera, oggetto di una proiezione speciale il 4 maggio. Il palermitano Francesco Di Giuseppe racconta invece l’omofobia in “Marcello”, percorso di un giovane verso la libera espressività di genere. Da Palermo anche “God’s Forgiveness”, diretto da Michele Li Volsi col trapanese Eric Cannamela, sulle disuguaglianze sociali, affrontate anche dal catanese Marco Ferrara in “Negli occhi di un bambino”.
Bullismo e tecnologia sono invece al centro dell’unico corto calabrese in concorso, “Free to be myself” di Martina Laganà, realizzato dagli allievi dell’Istituto Industriale Panella-Vallauri di Reggio.
In concorso per il Lazio, ma di due registi palermitani, l’opera prima “Nei tuoi panni” di Ludovica Greco, sugli stereotipi di genere, e “Era ora” di Alessandro Alicata, su Covid e pandemia. I lavori di Ferrara, Greco e Alicata sono anche fra i sei candidati al Premio Tulipani Fuoriclasse – Talenti in erba, assegnato da tre scuole del Lazio.
La Sicilia concorre al Premio Sorriso per la sezione “Documentari” con tre titoli: “Il figlio di Tarzan” della catanese Mariagrazia Moncada, sul tema della disabilità con la vera storia di Giovanni Cupidi, affetto da una grave tetraplegia spinale dall’età di 13 anni.Il CSC Sicilia parla di periferie e memoria sociale in “Lettera da Borgo Nuovo” di Matteo Di Fiore, sull’omonimo quartiere palermitano, presente anche fra gli otto titoli selezionati dalla giuria di addetti ai lavori. La malattia e il rapporto padre-figlio sono invece al centro di “Ti racconto tuo padre” del catanese Daniele Gangemi, dal quale è stato scritto il libro di Fabrizio Bracconeri edito da Santelli e ne ha mutuato quindi il titolo.
Interessante, fra i titoli fuori concorso, il documentario “FunKino Across Walls” di Miriam Cossu Sparagano Ferraye, backstage del laboratorio di cinema promosso nel 2022 da Zabbara e Chiesa Valdese all’Ucciardone di Palermo. E, inoltre, i corti “L’ultimo stop” del catanzarese Massimo Ivan Falsetta, con Neri Marcorè, sull’eutanasia, e “C’hai 5” di Daniele Falleri, su trapianto e ricerca scientifica, con Gabriel Garko e la messinese Maria Grazia Cucinotta, ospiti all’evento conclusivo del festival, il Gran Galà del Sociale condotto da Lorena Bianchetti e con madrina Valeria Fabrizi.

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