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La Traviata di Verdi al Teatro Greco di Siracusa: una rivoluzione culturale e sociale

Un teatro greco gremito in ogni ordine di posto ha decretato, a Siracusa, un successo senza precedenti: La Traviata di Giuseppe Verdi in un innovativo e moderno allestimento, ma rispettoso della tradizione; ma non è tutto.

Continue standing ovation da parte del foltissimo pubblico intervenuto, delle interpretazioni incessantemente interrotte da applausi a scena aperta, dei 15 minuti di applausi tributati a tutti gli artisti alla fine della rappresentazione, della qualità degli interpreti sulla scena, della mise en espace, che si è trasformata in una regia molto elegante e attuale, ma la cosa più straordinaria della serata sono state le quasi cento persone sorde che hanno chiesto di intervenire alla rappresentazione.

Partito con enorme successo dal Teatro Greco di Siracusa il progetto esclusivo - e inclusivo - dell'opera lirica nel linguaggio dei segni, per un progetto che non ha precedenti: mai, infatti, è stata eseguita dal vivo in presenza una interpretazione in LIS di uno spettacolo d'opera lirica.

Una rivoluzione culturale e sociale

Il Festival ha operato una vera e propria rivoluzione culturale e sociale, in quanto per la prima volta dal vivo anche le persone sorde hanno potuto godere di un caposaldo del melodramma italiano attraverso un inedito progetto che nasce dalla collaborazione tra il coro lirico siciliano, ideatore e produttore della manifestazione, e l'Associazione "Sicilia, turismo per Tutti" di Siracusa, nella persona di Bernadette Lo Bianco.

Il capolavoro del Cigno di Busseto è stato realizzato in maniera completa e innovativa con una particolare mise en espace firmata dal talento registico di Salvo Dolce (assistente Dario Castro), con effetti che hanno regalato agli spettatori un vero e proprio intimo coinvolgimento nel dramma in tre atti ispirato a “La Dame aux camelias” di Alexandre Dumas figlio. Tutto impreziosito dalle magnifiche luci di Gabriele Circo, che è stato capace di creare una perfetta ambientazione quasi esclusivamente attraverso un sapiente disegno luci. Una menzione meritano anche le splendide acconciature e il trucco curati da Alfredo Danese, che hanno contribuito a rendere l'evento ancora più "glamour".

Assoluti protagonisti due tra i complessi di maggiore rilievo, il Coro Lirico Siciliano e l'Orchestra Filarmonica della Calabria, diretti ottimamente da Filippo Arlia, che è riuscito in una impresa davvero prodigiosa: dirigere coro e solisti avendo il palcoscenico alle spalle, in quanto la regia prevedeva che l'orchestra fosse sul palcoscenico dietro alla scena, che si svolgeva, invece, nella zona dove, solitamente, sta l'orchestra nei normali teatri.

Il Coro Lirico Siciliano sembra non aver assolutamente sofferto di questa "nuova" condizione, avendo fornito una interpretazione perfetta del melodramma del "Cigno di Busseto" con i consueti cambi di dinamica e agogica e una presenza vocale e scenica tali da far comprendere l'eccellente lavoro svolto da parte del Maestro del Coro, Francesco Costa. Ma questa, ormai, è una felice abitudine.

L'aria festosa e spensierata dell'opera lirica è arricchita dai ritmi travolgenti e dalla forza evocativa della danza andalusa grazie al Balletto originale flamenco di Murcia (Spagna) diretto da Matilde Rubio che ha ricevuto numerose ovazioni e incantato il pubblico attraverso il corpo, lo sguardo, il ritmo delle mani, dei piedi, delle castanuelas, le nacchere originali della Spagna.

Un cast di rilievo internazionale ha fatto il resto: un trionfo assoluto per il soprano italo - francese Chrystelle Di Marco, dotata di una voce torrenziale e ricca di pathos, che la brava artista ha saputo piegare a tutte le sfumature di piano e pianissimo previste dalla partitura del maestro di Busseto, oltre che a una interpretazione davvero sentita.

Il tenore Giulio Pelligra, artista siciliano affermato nei teatri d'opera internazionali, è stato un accorato Alfredo Germont, con voce penetrante e una interpretazione afflitta, abbattuta e, al contrario, al culmine della felicità, in base allo stato d'animo del personaggio, mentre il baritono Mario Cassi ha commosso, e ricevuto anch'egli numerosi applausi, con la paterna interpretazione di Giorgio Germont. Cassi ha tornito la bella voce da baritono lirico nei momenti più dolci, come anche in quelli in cui ha fatto valere la propria autorevolezza.

A completare un ottimo cast, un gruppo di giovani e validi artisti lirici che si sono distinti come ottimi comprimari: Licia Toscano (Flora Bervoix); Simona Di Capua (Annina); Davide Benigno (Gastone); Gianni Giuga (Barone Douphol); Marco Tinnirello (Marchese d’Obigny); Riccardo Bosco (Dottor Grenvil); Pietro Di Paola (Giuseppe); Sezer Akkaya (Commissionario); Sergio Rao (Domestico di Flora).

Dopo il debutto a Siracusa, La Traviata, sarà replicata in agosto il 12 al Teatro Greco di Tindari e il 24 al Teatro Antico di Taormina. A grande richiesta, il progetto sperimentale dell'opera anche in LIS, che per quest'anno inizialmente doveva fermarsi a Siracusa, sarà invece replicato anche nelle altre rappresentazioni di Tindari e Taormina, in quanto l'Ente ha ricevuto numerosissime richieste e non ha voluto deludere le giuste aspettative delle persone con disabilità uditiva.

Ancora una volta, un festival della durata di 2 mesi che produce oltre 40 serate di spettacolo nei principali parchi archeologici, nei più blasonati teatri antichi e greci ma anche nelle zone meno note, che posseggono gioielli di inestimabile pregio che attendono di essere conosciuti e valorizzati, nell'ottica della instancabile opera di decentramento culturale che contraddistingue l'attività dell'Ente siciliano sin dalla sua costituzione.

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