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«Ludopazza», ovvero come la ludopatia può distruggere le vite: al Fringe Festival di Milano e poi a Catania

Treccani alla mano, la definizione esatta è: «Dipendenza patologica dai giochi elettronici o d’azzardo». È la ludopatia, una vera e propria malattia di cui, secondo i dati ufficiali, soffrono oltre un milione e 300mila italiani (cifra che con molta probabilità è decisamente inferiore alla realtà), di cui appena il dieci per cento è in cura. Insomma, un’autentica epidemia che colpisce senza distinzione di sesso, di stato sociale e di aree geografiche. Questa patologia è la protagonista del monologo teatrale «Ludopazza», scritto da Davide Marchetta, giornalista, scrittore e drammaturgo messinese, e interpretato e diretto dalla nipote Sabrina Marchetti, figlia di Maurizio, ben noto attore di tv, cinema e teatro (aiutoregista è Adriana Mangano).
Insomma, una significativa rappresentanza di Messina che sarà protagonista alla quinta edizione del Milano Off Fringe Festival, per il quale sarà in scena da stasera a domenica nel Museo del Fumetto, in viale Campania.
La manifestazione milanese, che si articola su un importante programma ospitato in varie sedi, è considerata la festa del teatro off e delle arti performative, sfrutta spazi alternativi ed è molto interessante pure perché consente ad attori, autori e registi di avere contatti non solo con il pubblico, tradizionalmente numeroso, ma anche con operatori di spettacolo, nazionali ed esteri.
La drammaturgia contemporanea, spesso poco considerata dai teatri pubblici, trova in queste occasioni la massima valorizzazione, cosa importante sia perché essere scelti per questo festival è già un riconoscimento di rilievo sia perché si ha la possibilità di toccare temi autentici con i quali viviamo a stretto contatto ogni giorno.
Davide Marchetta presenta così il suo testo: «Con disarmante sincerità e linguaggio crudo e spietato, Sandra – l’infermiera protagonista del monologo – racconta la sua discesa nel maelstrom della ludopatia, quel gorgo da incubo da cui è impossibile venire fuori una volta che hai la sventura di caderci dentro, un vero e proprio vortice che tutto travolge: affetti, valori, sentimenti, professione, dignità, tutto». Coni suoi discorsi senza fronzoli, Sandra in scena sta seduta su un tipico sgabello alto da sala slot, il luogo infernale della sua perdizione. È qui che parla e racconta la sua caduta nel vortice, che appare senza uscita. Non risparmia alcun particolare della sua vita, diventata difficile e avventurosa, vissuta tra bugie e tradimenti, di se stessa e degli altri, a cominciare da familiari e amici, cioè dalle persone che le vogliono bene, nonostante tutto.
Sensazioni che non sembrano poter dare scampo, e che per ogni momento di apparente sollievo e di tregua annunciano subito l’inevitabile ricaduta. A Sandra sono rimaste solo le sigarette che, come dice l’autore, sono «fedeli compagne del viaggio narrativo che l’ha condotta fino a noi spettatori».
Lo spettacolo poi andrà in scena a Catania (Fringe Festival, piazza Scammacca, dal 19 al 29 ottobre).

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