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Petrolio, raggiunto l'accordo sulle tasse: Eni ed Edison verseranno 11 milioni alla Sicilia

Una piattaforma per estrazioni in mare

Undici milioni di euro. A tanto ammonta la cifra che Eni  ed Edison verseranno nelle casse del comune di  Scicli, in provincia di Ragusa. Un accordo raggiunto a pochi giorni dalla sentenza della commissione Tributaria del Tribunale di Ragusa a cui si era rivolta l’amministrazione comunale per il pagamento di Imu, Ici e Tasi, nel periodo tra il 2009 e il 2015, dovuti dalle Compagnie petrolifere.

Ma le aziende che hanno ottenuto i permessi per ricerche e coltivazione di idrocarburi in Sicilia quante tasse pagano? Quante royalties? La Sicilia, tra attività sulla terra ferma e in mare, nel 2017 ha contribuito con il 17,8 per cento della produzione nazionale di petrolio, con 735 mila tonnellate estratte nell’ultimo anno (rispettivamente 506,5 mila tonnellate sulla terra ferma e 228,6 mila tonnellate in mare) e il 3,6 per cento di gas.

«Numeri certamente poco incidenti ma che nei territori interessati dai progetti di trivellazione portano a rischi ambientali importanti», spiega Legambiente sulla Gazzetta del Sud in edicola ribadendo come «i territori devono liberarsi dalla  dittatura delle fonti fossili  a causa dei connessi rischi per l’ambiente e la salute e delle emissioni di gas serra che alimentano i cambiamenti climatici».

Al Comune di Scicli le tasse erano dovute per la presenza della piattaforma Vega, la più grande piattaforma petrolifera fissa realizzata nell’off-shore italiano nel 1987.

La Sicilia è da decenni territorio da esplorare: solo due settimane fa i cittadini di Licata hanno protestato contro la realizzazione di un gasdotto.

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