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Mario Venuti in bilico “Tra la carne e il cielo”. Nuovo disco con Tony Canto

Mario Venuti

La ricerca di equilibrio tra passioni terrene e aspirazione divina, alternando impegno e intimismo, al centro di “Tra la carne e il cielo” (Microclima), nuovo album di Mario Venuti in uscita oggi in digitale e cd (e prossimamente in vinile) assieme al singolo “Degrado”. Un lavoro discografico che affronta senza filtri tematiche di critica sociale in un gioco virtuoso di contrasti; con sound, ritmi e strumenti musicali che dipingono contaminazioni e sperimentazioni sonore ricercate e sorprendenti. Ad affiancare il cantautore siracusano di origini messinesi, ma catanese d’adozione, un altro artista peloritano, Tony Canto, alla produzione artistica del disco, che contiene tra gli altri “Andiamo via”, cover rock blues di “Voce nao entende nada” (Caetano Veloso), e i singoli “Napoli-Bahia”, “Segui i tuoi demoni” e “Paradiso”, usciti nei mesi scorsi.

«Mi sono accorto che una buona parte delle canzoni dell’album gravitavano intorno all’argomento della carne e dello spirito – racconta Venuti - Passando da tematiche più terrene a quelle sociali, a questioni umane, di cui alcune inerenti la figura dell’angelo e il Paradiso. Oggi si coglie un tentativo di elevarsi dagli inferi terreni in cui perennemente si vive, perché, come diceva Dante, non siamo fatti per vivere come bruti. Proviamo a elevarci quando siamo animati da una positiva forza rigeneratrice, nonostante i tempi frenetici».

Senza trascurare i sentimenti, “Tra la carne e il cielo” tocca anche importanti temi sociali come il degrado urbano, l’abuso sui minori e l’omosessualità. Come sono nate le canzoni?
«Sono nate spontaneamente, perché a volte scrivere una canzone è una sorta di atto catartico, un flusso di coscienza che si libera, e conseguentemente vengono fuori argomenti pronti per essere espressi. Come spettatore seguo la politica e le vicende della nostra società e dell’umanità, che mi interessano e incuriosiscono; è normale quindi che questo venga fuori nelle canzoni. Può esserci qualche brano d’amore, che parla di aspetti della natura umana (“Paradiso”) o delle mie passioni (“Napoli-Bahia”), ma i temi sensibili emergono perché c’è un interesse di fondo, come in “Degrado”, il cui contenuto mi riguarda da vicino, avendo visto Catania attraversare momenti veramente drammatici, che poi hanno un risvolto paradossale quando, ad esempio, i turisti si fanno la foto con lo sfondo dei cumuli di spazzatura, considerandolo come qualcosa di esotico».

Importante anche l’aspetto sonoro, dove la musica popolare brasiliana si unisce a generi come jazz, reggae e blues. Perché la scelta di questa contaminazione musicale?
«Rispetto al precedente ”Tropitalia”, disco di cover, con gli inediti di questo album io e Tony Canto abbiamo avuto margine per un’evoluzione elettrificata. Nel disco c’è un suono controcorrente in cui si ascoltano le chitarre, che oggi non si sentono quasi più a causa di una plastificazione del pop contemporaneo. Credo sia anche un album che racconta la storia mia e di Tony, l’amore per la musica brasiliana, che noi riproponiamo con un nostro modo tutto siciliano».

Oggi la musica offre ancora spunti di riflessione sociale come nel cantautorato italiano degli anni ’60 e ’70?
«Accanto ad artisti che preferiscono proporre una formula disimpegnata, ogni tanto qualcuno ci prova a veicolare messaggi profondi, come le star degli anni ’90 Daniele Silvestri, Carmen Consoli e Niccolò Fabi. Ma è difficile trovare nelle nuove generazioni l’impulso a voler cambiare la società; anzi la accettano così com’è e la cavalcano. Ai miei tempi il basso profilo era un valore, mentre oggi l’unico valore è vincere rispetto agli altri».

Ospiti del disco Lucariello, Fabiana Martone e Neney Santos in “Napoli-Bahia” e il compositore di colonne sonore catanese Tony Brundo, arrangiatore della parte orchestrale in “Sinfonia di sogni infranti”. Il tour dell’album partirà in estate.

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